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Assolutamente non calcolato un candidato (calabrese) alle elezioni europee di un mese fa, il prof. Piero Bevilacqua, ha fatto una riflessione che dovrebbe fare fermare tutti, a cominciare da noi, a fare un meaculpa.
Scrive Bevilacqua (che era candidato nella circoscrizione sud per la Sinistra) in una lettera inviata agli amici: “Questa campagna elettorale condotta alla buona con l'aiuto di tanti amici sparsi per l'Italia. Mi offre l'opportunità di una considerazione che voglio condividere con voi. Penso al modo frettoloso e unilaterale con cui i giornali e soprattutto le TV danno conto delle formazioni politiche che partecipano alle elezioni europee. Per carità di Dio non parliamo dei programmi. La grande massa dei giornalisti viene meno al suo dovere minimo di informare gli elettori sui contenuti programmatici delle liste e dunque sui problemi dell'Europa. Ma va peggio per il profilo dei candidati. Certo i grandi partiti fanno la parte del leone, anche se, pure nel loro caso, non si vedono in TV se non i visi dei capi, i soliti di sempre, come se non esistessero altre personalità e figure. I partiti si riducono ai loro leader. In questo modo la stampa instilla il disprezzo per la democrazia. Nel caso di una piccola formazione come La Sinistra siamo al ridicolo. Se non fosse che Nicola Fratoianni è dentro i filmati di repertorio, e dunque ogni tanto compare sugli schermi per qualche secondo, la sua sigla sarebbe invisibile. Siamo così abituati a tanta faziosità che non ci facciamo più caso. Ma invece dovremmo protestare. Non solo perché nella nostra Lista ci sono tante donne e tanti uomini, molti giovani, colti e informati, dotati esperienza amministrativa e politica, che andrebbero fatti conoscere al pubblico. Ma anche perché i media contribuiscono in questo modo a dare una immagine desolante del ceto politico italiano, popolato dai soliti volti che riempiono l'etere nazionale di ciarle inconsistenti dalla mattina alla sera. Eppure esso è molto più ricco, vario, creativo di quanto rappresentato. Una proposta: Perché non invadiamo la redazione di giornali e TV denunciando questa faziosità che non fa onore al giornalismo e contribuisce a deprimere l'immaginario politico nazionale?”.