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Per il titolo dell’articolo ho ritenuto opportuno lasciare il tema del seminario del 2013 della Scuola di Alta Formazione Francesco Fiorentino di Lamezia Terme, appunto Dalla politica ideologica alla politica complessa, connesso con il difficile momento di partecipazione democratica attuale. In alcuni degli ultimi appuntamenti elettorali l’astensionismo è diventato addirittura maggioranza; si sente il bisogno, a mio avviso, del rinnovamento di movimenti e partiti. Pertanto sono necessari paradigmi adeguati al Terzo Millennio senza trascurare principi e idealità irrinunciabili. A proposito del seminario, le tematiche erano in continuità con le precedenti attività: Liberalismo, Scienza, Complessità (2004); I Totalitarismi del Novecento (2005); Economia, Etica, Ecologia (2007). Il professore Giuseppe Gembillo, già professore ordinario di Filosofia della Complessità presso l’Università degli Studi di Messina e coordinatore dei lavori seminariali della Scuola Francesco Fiorentino, nella prima lezione, Antitotalitarismo e Laicità dello Stato, proiettava il pensiero speculativo e politico verso un nuovo Liberalismo. L’argomento l’ho trovato anche in Filosofia della complessità dello stesso docente e di Annamaria Anselmo, professore ordinario di Storia della Filosofia nell’Ateneo Peloritano, edito da Le lettere. I capitoli sono Le vie come viene chiaramente detto nell’ Introduzione: “Abbiamo scelto di utilizzare la metafora del viaggio. (…) Abbiamo percorso e ripercorso insieme le vie” (p. 12). In sintonia con Edgar Morin, padre del pensiero complesso: “Ho dedicato cinquant’anni della mia vita a elaborare una Via che può essere nello stesso tempo Metodo (in greco significa perseguimento o ricerca di una via) o Tao (che in cinese significa cammino o via” (Lezioni da un secolo di vita di Edgar Morin, ed. Mimesis, p. 116). L’ottava via è titolata Dalla politica ideologica alla politica complessa; i paragrafi: Antitotalitarismo; Laicità dello Stato; Equilibrio di poteri; Democrazia rappresentativa; Economia qualitativa e territorialità del potere economico. (pp.186-195) Come nel seminario lametino del 2013.
Sull’ argomento iniziale una premessa importante: <<La Complessità ha bisogno del contesto adatto, (…) senza comunità non s’instaurano relazioni civili>> (p.186). Poi è necessario uscire dalla verità assoluta attraverso l’Autocritica, opera del 1959 di Edgar Morin. Il primo principio cui fa riferimento la Complessità: “Le scelte politiche non possono essere frutto di una volontà singola o di un gruppo ristretto, ma devono concretizzarsi come (…) frutto di una serie di mediazioni” (p. 188). Il secondo è la separazione tra Stato e Chiese per la formazione di uno Stato laico che “esercita la sovranità su tutto il territorio (…) e impone (…) il rispetto delle leggi. (…) La laicità coincide in tutto e per tutto col libero pensiero. (…) L’unico vincolo (…) è quello magistralmente posto da Kant che poneva alla nostra libertà i limiti rappresentati dalla libertà degli altri” (pp. 188-189).
Uno Stato è strutturato in maniera complessa se articolato <<in forme di potere reciprocamente autonome>>. Secondo Montesquieu, filosofo, giurista, storico e autore de Lo Spirito delle leggi, uno Stato deve legiferare, eseguire e giudicare con <<perfetto equilibrio>>. La pluralità delle opinioni si esprime nei partiti. Il potere deve essere sempre <<equilibrato>> da un’opposizione che ha il compito di frenarne eventuali eccessi. Nell’ambito del pensiero complesso il popolo sceglie i propri rappresentanti che una volta eletti <<dispongono liberamente del loro potere di decisione>>. Non è possibile la democrazia diretta; bisogna scegliere con <<ponderazione>>. La piazza e la folla riunita sono all’opposto <<del libero dialogo praticato nell’agorà>>.
Il compito più impegnativo è quello di <<addomesticare>> l’economia il cui ordine si manifesta spontaneo caratterizzato da <<innumerevoli interazioni>> e <<prodotto da scelte individuali imprevedibili e autopoietiche [che si riproducono al loro interno]>>. La complessità ci fa vedere <<una duplice connotazione economica negativa>>, quella delle disuguaglianze nei rapporti tra le classi sociali e l’altra dello sfruttamento indiscriminato delle risorse del Pianeta Terra. Ancora aspetti di squilibrio: “Il potere economico anonimo, sopranazionale e globalizzato domina il potere politico. (…) Stiamo distruggendo l’ambiente naturale, trasformandolo in ambiente tecnologico, che però anch’esso rischia di dominarci” (p. 193). È urgente un’azione di controllo democratico <<sui detentori del potere economico, devono essere sempre visibili nei nomi e nei luoghi di gestione>>. È urgente iniziare la battaglia per la difesa della libertà in difesa dell’umanità e della civiltà chiedendo aiuto ai nuovi principi filosofici della Complessità e della nuova scienza che da dommatica è diventata dialogica.