Lamezia, in arrivo aumenti sul prezzo del caffè: “Era l’unica cosa che finora non era aumentata”

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Lamezia Terme - Non sono ancora arrivati nei bar e punti ristoro del lametino i temuti aumenti sul prezzo del caffè che stanno imperversando sui mercati internazionali, con maggiorazioni fra il 60% e il 90% – che significa, al dettaglio, un minimo di 50 centesimi di euro in più sul costo di una tazzina, per la quale, a livello locale, siamo abituati a spendere attualmente fra 90 centesimi e un euro. Ma per quanto tempo potremo godere a prezzo modico della nostra dose quotidiana di buonumore e socialità, e di tale apparente stabilità? Non per molto. Infatti, a quanto sembra, gli aumenti di prezzo arriveranno anche qui: molti rivenditori sono già stati informati dai loro fornitori che il cambiamento è imminente e si prevede che entro Natale, se non già nelle prossime settimane, anche nelle città della piana saranno applicate le maggiorazioni già in atto in molte località della regione – come ad esempio, secondo alcune testimonianze, quelle turistiche della Sila Grande e dei Laghi – nonché nel resto del mondo. Le cause di questo brutto regalo che troveremo sotto l’albero sono semplici: si tratta, in prevalenza, del crollo di produzione della materia prima dovuto ai cambiamenti climatici che hanno colpito pesantemente i paesi produttori – ad esempio il Vietnam – ma anche delle tensioni geopolitiche che modificano le rotte dei trasporti e della diffusione dei noli marittimi. C’è da dire che la situazione peggiora se si desidera optare, ad esempio, per un macchiato.

“Dopo l’inizio della guerra in Ucraina anche i prezzi del latte sono saliti”, spiega un rivenditore, “per non parlare di quelli dei trasporti: perfino l’acqua costa di più, il caffè era appunto l’unica cosa che finora non era aumentata”. Ci si prepara dunque a nuovi accordi, che andranno a pesare sulle tasche dei consumatori, anche se l’ultima parola spetterà sempre al rivenditore al dettaglio: chi possiede attività basate sulla vendita di prodotti artigianali, e dunque con altre principali fonti di profitto, sembra propenso a calibrare l’aumento per non perdere clientela, ma chi invece non ha alternative, senza modificare il listino, rischierà purtroppo di andare in perdita.

Giulia De Sensi

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