Lamezia, i gestori dei lidi: "Un’estate da dimenticare per mare verde e divieti di balneazione”

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Lamezia Terme - Una stagione dura per gli operatori balneari del Golfo quella appena trascorsa, segnata dalle polemiche per il “mare verde”, dal divieto temporaneo di balneazione, dai problemi con il demanio, da intoppi e disguidi con gli enti comunali e di sorveglianza, accusati sovente di ostacolare più che favorire il lavoro di chi si impegna per portare turismo nella Riviera dei Tramonti.

“Ѐ stata l’estate peggiore degli ultimi 10 anni”, dichiara senza mezzi termini un operatore, “per tutte e cinque le mie attività ricettive dislocate in Riviera, tanto da portarmi a considerare la scelta di chiudere bottega. Il mare verde, con foto annesse circolanti sul web, e il divieto di balneazione emesso, anche solo per pochi giorni, a fine agosto, sono stati catastrofici per i lidi, come per tutte le attività commerciali legate al turismo balneare”. “Tantissime persone che venivano da noi, soprattutto ad agosto, non si sono più abbonate” spiega un altro gestore di Gizzeria. “Ne ha beneficiato la zona Ionica, Soverato ad esempio. D’altronde, se qui dal 15 luglio al 15 agosto il mare è impraticabile, la cosa è del tutto normale: è una situazione che si ripete, ma quest’anno è stato proprio da dimenticare”.

“Ci dicono che il problema sono le alghe” racconta un operatore del Lungomare Falcone-Borsellino, “ma le alghe si nutrono di qualcosa. Il caldo incide, ma non può essere solo quello. Sicuramente ci sono scarichi, e la condizione del mare quest’anno ha influito tantissimo sul nostro lavoro”. Per alcuni il problema è determinato dalle sostanze portate a valle dai fiumi, per altri è “il Lago La Vota, uno dei cinque laghi salmastri d’Europa, che dopo la chiusura del porticciolo si è trasformato in una palude, ed è probabilmente luogo di scarichi che attraverso la lingua di sabbia che lo divide dalla costa filtrano in mare”. Di sicuro, la preoccupazione è tanta, e alimenta il desiderio di cercare le cause della catastrofe per trovare una soluzione.

“Il turismo è stato quest’anno soprattutto locale, specie in bassa stagione, ma la cosa in realtà si ripete”, osserva un altro operatore, “Nella nostra zona i turisti veri e propri non sono più del 20%, e se non ci fosse l’aeroporto, che li spinge ad usare Lamezia come base per poi spostarsi altrove – ad esempio a Tropea, o nei borghi – probabilmente non si fermerebbero nemmeno qui. Per il resto, chi viene da fuori, in genere, non lo fa perché è curioso della nostra terra o perché ha fiducia di trovare servizi e un ambiente naturale degno delle proprie aspettative: lo fa perché ha dei legami familiari, e vuole rivedere il proprio paese d’origine dopo essere emigrato. Il nostro target è questo”. Dunque, una situazione tutt’altro che rosea per i gestori balneari locali, dai quali parte un forte appello alla politica, particolarmente agli enti comunali della Riviera: un grido d’aiuto, e allo stesso tempo un invito alla collaborazione, per lavorare insieme durante l’inverno, e fare in modo che la prossima stagione sia diversa, o quantomeno non riservi catastrofiche sorprese.

Giulia De Sensi

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