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Sì, processateli tutti, non solo i quaranta consiglieri regionali calabresi appunto in attesa di giudizio, di destra centro e sinistra, per essere colpevoli, chi di un reato e chi di un altro, di questa e anche della precedente legislatura. Non solo loro ma anche altri eventuali consiglieri che per un motivo o per l’altro, anche fuori dall’attività regionale vera e propria, si sono posti all’attenzione della Magistratura. Non solo questi ma anche tutti quei Presidenti di regione che si sono alternati alla guida della stessa regione, lasciando la Calabria sempre più povera e derelitta, sempre più priva delle forze giovani e migliori, arricchendo solo se stessi e familiari e arricchendo pure la loro stessa Terra, ma di disoccupati. Vergogna, schifosi!
Intendo un processo popolare, non tanto giudiziario, perché nemmeno i giudici sono dei santi e uno di loro è stato anche Presidente della Regione Calabria. Sì, va bene ma tra qualche giorno nel Pd ci sono le primarie, esempio di democrazia. A me frega poco di quello che succede nel Pd e chi le vincerà.
Quello che io e tutti i calabresi vogliamo è una svolta a trecentosessanta gradi che non la possono fare i Partiti e i Movimenti soliti, soliti a fare danni e a spartirsi pacificamente il potere; il potere di fare i propri comodi e non quelli della collettività calabrese. Certo, bisogna sapere scegliere, smetterla di pensare che il consigliere tizio o caio possa sistemare il proprio figliolo, dandogli in cambio la preferenza sua e di altri affini creduloni, benché costoro pensino di essere furbi. Vogliamo eletti onesti e competenti, non importa se giovani o vecchi, perché con la scusa della gioventù ne stiamo vedendo di tutti i colori, a cominciare dal nostro Capo di Governo Renzi, il più grande uomo di fumo della nostra storia repubblicana. Vedremo nel dettaglio nei prossimi blog chi possono essere le forze nuove: terrò aggiornati con puntualità tutti i calabresi ma ora basta dilungarmi perché tantissimi di quelli che seguono, in Calabria e non solo, il mio blog, mi hanno rimproverato di essere troppo lungo.