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Sono appunto quelli vissuti dalla giunta di centrodestra alla Regione Calabria, dopo le dimissioni di Scopelliti ben sei mesi fa. Piuttosto che andare a votare, il centrodestra, in questi sei mesi, ha speso di tutto e di più in nomine, in retribuzioni ingiustificate o agli stessi facenti parte della giunta o agli amici dirigenti e in quant’altro potesse servire per l’acquisizione del consenso. Peccato solo non essergli riuscito l’ultimo sensazionale colpo, quello delle nomine nella sanità, dove avrebbero beccato quintali di voti.
E veniamo alla notizia, che non è una notizia, della vittoria di Oliverio alle primarie del centrosinistra. Visto e considerato che il centrodestra in Calabria, da molto tempo, è solo virtuale, quella di Oliverio potrebbe essere, con annessi e connessi, tipo Speranza con una sua lista aggregata a Oliverio, una passeggiata verso il governatorato, se non erro, che per la prima volta è di un cosentino doc.
Caro Mariuzzu Oliverio, non pensare però che io smetterò di combattere, io e con me tutti i calabresi che sperano in un futuro migliore per i propri figli. Quando dicevo di processarli tutti, gli inquisiti, intendevo che non bisogna più presentare costoro, compresi quelli del tuo Partito, caro Mario, se ce ne sono.
Quando dicevo che tu pensavi (ancora non avevi vinto le primarie ma io non ne dubitavo) a qualche ammucchiata selvaggia, torno a dirti adesso che sei vicinissimo alla meta: stai attento a farla, molto attento! Spero che si formi una buona opposizione, non quella di centrodestra perché costoro non sono capaci nemmeno di fare questo, ma di Cinquestelle più di quelli che potrebbero essere eletti in liste di opposizione onesta pura trasparente, liste che dovrebbero raccogliere i consensi di tutti i calabresi onesti.
Se questo non accadrà, vuol dire che i calabresi si meritano tutto quel male che loro stessi, da veri masochisti, si sono procurati. Può darsi che io mi sbagli sulla volontà sincera dei Cinquestelle di cambiare, può darsi che in Calabria i Cinquestelle non sono cinque ma tre o addirittura due, che insomma si siano adeguati all’andazzo, nonostante la gente li preferisca ad altri.