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Di Tonino Iacopetta
E finalmente, ma forse ne avremmo fatto a meno, se fosse stato possibile, si è ricominciato a votare con queste ultime elezioni amministrative di maggio, sparse qua e là per tutta quanta la nostra penisola e in attesa dei ballottaggi. Anche se in Italia, secondo lo stile della vecchia politica, quando si fanno elezioni, nessuno perde o almeno così dicono specie gli sconfitti (vedi, in questo caso, il cosiddetto Terzo Polo, che c’era una volta e adesso non c’è più), chiara ed evidente è la netta vittoria dell’urlatore Beppe Grillo: il Partito democratico non ha avuto la batosta del Terzo Polo però non deve godere tanto, in quanto io credo che l’elettorato di centro sinistra ha voluto dare solo una di fiducia al vecchio Bersani in attesa di regolarsi meglio alle prossime elezioni politiche. E prima di passare alle cose di casa nostra, della nostra immutabile Calabria dove invece grillo non è esistito ed è invece risuscitato il berlusconismo, con Peppone Scopelliti nuovo duce, dovunque invece clamorosamente sconfitto; ma questa è la Calabria, terra nostra, nonostante tutto, prima voglio dire che non è affatto quello che si affermano a gridare gli sconfitti e che cioè con Grillo ha vinto La antipolitica.
No, non è vero; invece è stata sconfitta la vecchia politica se è vero, come è vero, che Fini e Casini rappresentano i vecchi politici Berlusconi, o chi per lui, rappresenta il fallimento di un certo modo di fare politica. E mi dispiace tanto, lo dico sinceramente per la scomparsa di Berlusconi, un uomo che se non avesse manifestato segni di precoce senilità comportamentale, avrebbe avuto i mezzi per cambiare l’Italia, come aveva cominciato a fare quindici anni fa. E mi dispiace pure che il nostro Presidente repubblicano non ci abbia capito niente di quello che hanno voluto significare gli italiani con questo voto. E adesso veniamo a noi, a quello che è successo a Catanzaro, dove si è gridato a brogli elettorali, che senz’altro avrebbero potuto esserci, ma io ho voluto aspettare un momento, forte della mia passata esperienza come Presidente di seggio svolta spesso a Catanzaro e spesso nelle sezioni periferiche catanzaresi, ad esempio in quel di Lido e magari proprio in quelle sezioni dove si sarebbero verificati i presunti brogli. Sezioni, dove per la loro perifericità, è più facile ricorrere a qualche trucchetto e dove sicuramente gli elettori sono controllati a vista da chi aspira ad essere eletto, il quale viene a controllare il suo gregge nelle immediate vicinanze del seggio elettorale, non ritenendo sufficiente il proprio rappresentante di lista e magari il proprio scrutatore che avrà fatto in modo di far capitare alla sezione pardon al seggio che lo interessa direttamente.
Io parlo di quando fare il Presidente di seggio non era consentito proprio a tutti come oggi e di quando i Presidenti dovevano essere nominati non necessariamente nella propria città. Oggi, nei seggi elettorali tra scrutatori e Presidenti, c’è un po’ più di improvvisazione e tuttavia le cose sono messe tecnicamente in modo accettabile, tanto che contano più i mezzi che non le persone, le quali però possono commettere errori veniali come ad esempio dimenticare di timbrare tutte le schede o magari di metterne qualcuna in più o in meno nei contenitori che contengono le schede da votare. Tutto questo ovviamente senza malizia. Fuori invece qualche malizia potrebbe esserci ad esempio con il classico, classicissimo trucco della scheda già votata che qualcuno consegna all’elettore di fiducia e con il quale è stato contrattato il voto; il quale elettore entrato nella sezione dove vota ritira la scheda da votare ed entrato nella cabina opera lo scambio con la scheda che ha già in tasca già votata e vidimata; poi esce dalla cabina e deposita nell’urna questa mentre riconsegna fuori la scheda che gli era stata consegnata (ovviamente nella scheda iniziale o c’era timbro e vidimazione, in questo caso con la complicità di chi dal seggio ha portato fuori la scheda o la scheda, la prima in assoluto poteva essere pure magari senza timbro e vidimazione e allora l’elettore fraudolento avrà messo in urna personalmente la scheda come capita spesso in tutte le sezioni senza fare capire che la stessa non era timbrata e vidimata).
Tutto questo a Catanzaro non è capitato, nemmeno in quelle tre sezioni incriminate dove invece, almeno in una, si è verificato il caso di alcune schede in favore del candidato Scalzo del Centrosinistra, non timbrate e vidimate, evidentemente per quella svista innocente di cui parlavo all’inizio. Ed i controllori delle sezioni incriminate vi garantisco che sono persone capacissime e molto difficilmente si fanno ingannare. Se invece si fosse verificato il caso grave della scheda di ritorno, che avrebbe prodotto centinaia di voti a favore dell’una o dell’altra coalizione, e visto che Sergio Abramo per pochi voti ha passato il primo turno, le elezioni erano da rifare. Non questo si è verificato a Catanzaro dove invece il centrosinistra dovrebbe fare un’analisi di coscienza per non avere saputo trovare un candidato capace di opporsi ad uno come Sergio Abramo che non è l’ultimo venuto e che ha meriti indipendenti dallo scioglimento politico. Io poi non so se c’è qualche rammarico perché non ha vinto il candidato a sindaco del centrosinistra, perché siamo sicuri che avrebbe fatto meglio, visto che in passato, a Catanzaro, di destra o centrodestra o di sinistra, la musica quella è, a parte il fatto che Abramo in passato non ha fatto proprio male? Purtroppo, la sola cosa da temere è che tutto insieme la democrazia, come metodo politico; sta invecchiando; o è già decrepita?
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