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Di Tonino Iacopetta
Come ogni estate, più ancora della precedente, il mare è poco allettante in Calabria. Qui, nel lametino, in un passato recente grazie a Salvatore Vitello si era potuto fare qualcosa per rendere più appetibile il nostro, ma oramai Salvatore non è più qui. E comunque non si tratta del mare di questa o quella zona, ma della Calabria in genere. E, così, una fonte di ricchezza è volata via, senza contare i danni alla salute. Non mi pare d’altra parte che i danni che si sono accumulati negli anni siano riparabili o reversibili; il fondo marino continua ad accumulare rifiuti di ogni genere ed è diventato una vera palude e il bello è che non c’è neppure la consolazione di poter dire come a Mestre e da quelle parti, che tutto ciò sia dovuto alla presenza di grandi insediamenti industriali, perché insediamenti industriali nocivi in Calabria non ne esistono, ma esiste un selvaggio abusivismo come forse in nessun’altra parte al mondo (o almeno nel mondo civile).
E andiamo alla seconda risorsa che la Calabria butta via che non è l’acqua salata, ma l’acqua dolce. Quella che un giorno sarà molto ma molto più preziosa del petrolio. Infatti una enorme quantità d’acqua si perde per la mancanza di adeguate strutture idonee a portare l’acqua nelle nostre case, senza dispersioni eclatanti. Ci potrebbe essere una terza risorsa, data la conformazione della Calabria, e riguarda le fonti di energia rinnovabili ma anche in questo settore c’è poca iniziativa e, a dire il vero, non sappiamo o lo sappiamo benissimo, a causa delle grandi multinazionali del petrolio e così la Calabria che sarebbe potuta essere una California e per quanto riguarda l’energia un vero Texas, continua ad avere una sola economia funzionante ed organizzata che è quella della criminalità, la quale è forte e vigorosa, ma non per la collettività ma solo per poche famiglie che si contendono il territorio.
Ultimamente, a Lamezia, si è dato un colpo notevole al clan Giampà ma pur facendo i complimenti a chi ha portato a termine l’operazione, non vedo cosa cambia se non i nomi dei nuovi gestori dell’economia criminale calabrese e in questo caso lametina, l’unica economia che abbiamo detto funzionante. Quanto alla classe politica, se mai ne esistesse una in loco, è analoga al modo di esistere e di governare della stessa criminalità: gli enti locali e regionali si gonfiano sino all’inverosimile di personale qui entrato a forza di raccomandazioni, favoritismi e familismi esasperati; certo, anche i giovani in Calabria trovano lavoro diversamente dalle altre parti d’Italia, solo che devono essere ammanigliati con il potere di turno, o fare parte di clan familiari, o per così dire politici. Ci si può meravigliare, poi, che il nostro debito pubblico continui ad ingigantire, Monti o non Monti? iI quale, poveretto si fa per dire, fa stringere la cinghia sempre alla stessa categoria di persone (niente di nuovo rispetto al berlusconismo più ortodosso) tanto più che le persone che se lo possono permettere non hanno nessuna intenzione di stringere la cinghia, a cominciare dai nostri parlamentari nazionali che hanno concesso solo un obolo alla patria in crisi e dei politici in genere che non intendono rinunciare ai rimborsi elettorali se non in minima parte, per non parlare di tutte quelle categorie di italiani che quando sentono parlare di patrimoniale sarebbero disposti a tirare fuori la pistola. Il povero Monti si illude che con i sacrifici dei soliti italiani possa fare qualcosa per il debito; certo una cosa Monti la può fare: far quadrare il bilancio, ma a spese di chi? Dei soliti Italiani, naturalmente. E poi ci si meraviglia che anche uno come Beppe Grillo possa raccogliere consensi. Lo può fare appunto perché la gente non sa a che santi rivolgersi, soprattutto vista e considerata la tracotanza dei politici che si sono organizzati in casta.
Fa bene Grillo, pur in mezzo a tante strampalerie, a cantargliene quattro ai politici; questo si meritano, ma non basta per cambiare le cose. Si tratta solo di uno sfogo; l’altro sfogo verrà alle prossime elezioni politiche con la nascita di un nuovo grande Partito, quello degli astensionisti, perché non ci sarà nessun altro imbonitore, nessun altro Berlusconi al mondo capace di incantare le masse con il suono del flauto come fanno gli incantatori di serpenti. Quando si ripresenterà agli Italiani, ammesso che lo faccia, non potrà dire di voler fare alcun contratto, visto che poi non è mai riuscito a mantenere i patti. Certo, furbastro com’è, si potrebbe vestire d’umiltà rispetto al leader della destra che dovrebbe essere Alfano; poveretto, Berlusconi, si contenterebbe di fare il ministro dell’Economia. Come dire: mettete un orso davanti ad un barile di miele e vedete che cosa succede. Anche se dimenticavo di dire che, naturalmente, Berlusconi asserirà di voler fare il Ministro per il bene degli Italiani. Dall’altra parte poi c’é la resurrezione di Lazzaro e cioé la possibilità di una specie di Governo Prodi con il tutti alleati: dall’estremista Vendola al nuovo Mastella che è Pier Ferdinando Casini. Abbiamo visto tutti com’é finito quel Governo Prodi che dipendeva da come facevano male i calli a Mastella.
Nella nostra Lamezia, invece, tutto è assopito dall’eterno sorriso di Speranza e della insipienza delle opposizioni, le quali, e non è una novità a Lamezia, non desiderano altro che di avere un posto in tavola, non importa se alla tavola di chi governa purché sia sempre un posto a tavola, nei consigli di amministrazione, dovunque e su questo devo essere sincero, Speranza ha dato non solo la...speranza ma la certezza che prima o poi un posto in tavola non lo negherà a nessuno, quando non sia lui stesso ad offrirlo. Ma tutto questo è politica e a me francamente la politica mi ha seccato, non è certo un’invenzione di Speranza, ma una tendenza nazionale. Ma è proprio così che anche un attore comico come Grillo, un principe del varietà come lui, ancora per molto aumenterà di dimensioni. E’ giusto che sia così, visto che rinnovamenti nell’attuale classe dirigente del Paese non se ne vedono.