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Si comincia sempre dalla Calabria, autentico laboratorio politico con valenza nazionale: da qui, adesso, vi faremo sentire una nuova musica. Il mio ultimo blog gridava triplicemente: Vergogna! per quanto si sta facendo ai cittadini lametini, riguardo alla sanità. A cui è subito seguito un energico sciopero cittadino, a partire dal locale ospedale, gridando anche loro, gli studenti, la futura classe dirigente, quella che si ribellò nel sessantotto prima, e a Bologna, dopo, nel 1977, dove lo scontro divenne giustamente fisico, gridando: Vergogna!
Ancora qualche giorno e le Istituzioni hanno fatto marcia indietro. Il Cup ospedaliero resta a Lamezia. Ci vorrebbe un generale Pezzi ad ogni angolo di strada, lui sì che è stato capace di fare ballare il tango argentino alla classe politica calabrese, allora alla guida della nostra Regione, che si attardava a dimettersi e faceva nomine a più non posso, specie nella sanità calabrese; con loro, divenuta la madre di ogni malversazione. Visto? Quando si reagisce con forza, con decisione, con il fisico, le istituzioni si ammorbidiscono. Abbiamo capito, noi calabresi e noi tutti italiani. Attento perciò Oliverio, governatore, ogni promessa è debito, altrimenti la reazione sarà violenta da parte dei cittadini, non importa se chi non fa quello che si è ripromesso di fare sia di sinistra o di destra.
Se Oliverio ascolta i consigli di chi gli è sincero amico, come me in prima fila, già alla sua buona idea di nominare assessori solo esterni, per rafforzare anche numericamente la sua squadra, aggiunge una buona dose di coraggio nel nominare le persone giuste, quelle più in sintonia con il territorio e con il suo progetto politico-economico-sociale di enorme spessore, tipo uno come Gianni Speranza, che da sempre ha detto chiaramente cosa intende fare o partecipare a fare, appunto con Oliverio e altri che la pensano allo stesso modo, a prescindere dalle tessere partitiche, in campo economico e sociale e amministrativo, allora, Oliverio, non avrà niente da temere.
Auguri a Mario e a tutti i calabresi.