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L’anno nuovo per la Calabria non potrebbe iniziare in modo migliore che nel riproporre un nostro conterraneo, grande poeta e non solo, per il Premio Nobel che, del resto, ha sfiorato più volte: sto parlando di Dante Maffia. Nativo di Roseto Capo Spulico ma da sempre operante a Roma, da protagonista nella vita culturale romana, nazionale e internazionale, da quando giovanissimo pubblicò i suoi primi versi incoraggiato e prefato da un altro grandissimo poeta come lui, Palazzeschi. Da allora i libri di versi, di narrativa, di saggistica di Maffia si sono moltiplicati. Come spiegare che una terra così depressa come la Calabria esprime gente di così alto spessore? Come dimenticare anche Corrado Alvaro? Io lo spiego con la stessa motivazione dell’Accademia Svedese nell’assegnare i Nobel e cioè che il designato sia stato in grado di esprimere un messaggio universale, a prescindere dallo spazio in cui la poesia in questione è germogliata o proprio in forza del luogo delle origini, che rafforza l’universalità del messaggio. La Calabria sarà allora conosciuta al mondo non solo e speriamo non più per le note vicende criminali ma per avere dato i natali ad un poeta, ad un intellettuale come Dante Maffia, sempre che il Nobel sia dato, riconoscendo i meriti e le caratteristiche proprie del Premio stesso.