Non riuscivo a trovare un articolo su papa Francesco e il cardinale Martini

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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Non riuscivo a trovare un articolo su papa Bergoglio e il cardinale Martini durante una conversazione all’Uniter di Lamezia Terme qualche giorno fa; come quasi sempre accade, è balzato davanti ai miei occhi immediatamente dopo. Il ritrovamento del documento, ad iniziativa conclusa, mi dà l’occasione di scrivere quello che volevo leggere nel corso dell’incontro e di aggiungere ora ulteriori riflessioni. Ed ecco l’ennesimo articolo, laicamente pensato, su Sua Santità per completare la risposta, peraltro già data; risposta questa volta suffragata dal parere di un esperto. Si ricava da un pezzo del vaticanista Sandro Magister, comparso su L’Espresso il 2 aprile scorso, in cui si sostiene che “l’operazione conclave” del 2013, andata a buon esito con Bergoglio sul soglio pontificio, era iniziata nel lontano 2002, anche se per la maggioranza dell’opinione pubblica risultava sconosciuto.

Il promotore di questa iniziativa, al conclave precedente non riuscita, fu il cardinale della Diocesi di Milano Carlo Maria Martini “che amava definirsi l’ante-papa, cioè l’anticipatore di colui che doveva venire”; nelle sue intenzioni l’operazione doveva consentire di recuperare “200 anni” di ritardo della Chiesa rispetto al mondo contemporaneo. La strategia del gesuita progressista Martini non fu efficace, essendo abbastanza forte l’altro gruppo: “conservatori e curialisti” del Vaticano che si erano ricompattati per impedire l’elezione dell’attuale Pontefice. Allora i voti confluirono su Ratzinger. Al contrario la votazione ottenne il successo nel 2013. Pare sia stato Martini stesso a consigliare il papa tedesco a dimettersi, al rientro da Cuba, perché non era riuscito a riformare la Curia. Al riguardo c’è un articolo del Corriere della Sera, datato 16 luglio 2015, a firma di Gian Guido Vecchi (un altro vaticanista) che ha riportato la testimonianza di Padre Silvano Fausti, ancora un gesuita, nel frattempo deceduto.

Sandro Magister racconta sul numero de L’Espresso summenzionato episodi significativi dell’arcivescovo Bergoglio a Buenos Aires, mai in disaccordo con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. IL vaticanista così ha scritto: “Non nascose di condannare Martin Lutero e Giovanni Calvino (…) Attribuì al diavolo l’inganno di una legge a favore degli omosessuali (…) Poi rimandò a casa i cattolici che si erano attestati davanti al Parlamento per una veglia di preghiera contro l’incombente applicazione di quella legge. [E ancora], si fece benedire da un pastore protestante (…) strinse amicizia con alcuni di loro e anche con un rabbino. Soprattutto incoraggiò i suoi parroci a non negare la comunione a nessuno, fossero essi sposati, conviventi, o divorziati e risposati. Già da arcivescovo incoraggiava quello che poi avrebbe fatto, e continua a fare, da papa. 

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