© RIPRODUZIONE RISERVATA
“Nessun male può superare la frustrazione che la disoccupazione arreca alle collettività”
Scritto da Lametino6 Pubblicato in Maria Arcieri© RIPRODUZIONE RISERVATA
La disoccupazione…genera solitudine. La solitudine nei momenti tristi, disperazione. Non sono una filosofa ma scrivo quelli che potrebbero essere stati d’animo che possono attraversare i giovani senza lavoro. E aumenta questo malessere quando si hanno moglie e figli. Non dovrebbero mai accadere episodi tragici, perché non si trova lavoro. Chi governa dovrebbe attuare nuove riforme. chi ha un’azienda dovrebbe dare la possibilità a ragazzi con figli di poter provvedere ai propri bisogni. E invece accade che un giovane padre di famiglia veda calpestata la propria dignità perché è proprio questa che viene violentata e, esasperato, compia un atto del genere. Si potrebbe dare la colpa a tutti quelli che non hanno dato un posto di lavoro a un giovane padre di famiglia.
Si potrebbe dare la colpa a chi non muove un dito dai posti di potere perché sta al caldo della sua poltrona e del suo egoismo. Si potrebbe dare colpa a chi non capisce l’importanza del lavoro perché non lo vive sulla propria pelle. I giovani sono scoraggiati, possono aver perso fiducia e aver smesso di cercare lavoro. E questo numero cresce drammaticamente e l’ammortizzatore sociale è ormai rappresentato dalla famiglia che ha sostituito quello sociale erogato dalla Stato. E’ il paracadute per molti in assenza di un proprio reddito. E’ indispensabile avere la sensibilità di conoscere questo problema che attanaglia tante persone. Ma interessa realmente a pochi. Bisogna poter dare l’opportunità di avere un lavoro. Non si deve calpestare la dignità. La dignità del lavoro permette di guardare negli occhi gli altri. Chi nega il lavoro commette un reato della dignità….
Il titolo del blog è tratto da una citazione di Federico Caffè: “Nessun male sociale può superare la frustrazione e la disgregazione che la disoccupazione arreca alle collettività umane”.
Federico Caffè era un Economista italiano tra i principali diffusori della dottrina keynesiana in Italia. Al centro delle sue riflessioni economiche, ci fu sempre la necessità di assicurare elevati livelli di occupazione e di protezione sociale. Soprattutto per i ceti più deboli.