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Lago Ampollino. S'insinua, con uno stretto ramo alle radici del Montenero. Poche case contadine biancheggiano tra i campi, le praterie e fitti boschi di pini e faggi. Su un poggio una chiesetta rurale innalza il suo campanile. Sono lì, nell'ora dorata che annuncia un caldo mattino d'estate. Per curare le mie ansie. Con amici. Che condividono la terapia del cammino. Gli amici sono una consolazione. Con loro parlo, mi confido. Vi è fra noi un silenzioso travaso d'anime. Testimoniano la bellezza entro cui vaghiamo ed a cui nessuno crederebbe. Cresce nel bosco come un'aurora di luce. E' il preludio al Tristano e Isotta di Wagner. Pini giganteggiano ai margini del sentiero. Creature solitarie che stanno lì da quattrocento anni. In cresta. Nella luce. Greggi di alto-cumuli punteggiano il cielo come pianeti sghembi, slabrati, rigonfi, di terre misteriose, fiabesche. Un Orbettino orgoglioso si ribella tra le mie mani. Colossali ammassi di graniti formano primitive dimore di divinità silvestri. Breve traverso nella giungla. Come una testa scolpita dell'Isola di Pasqua la rupe ci osserva mentre sfiliamo silenziosi. Altre rupi.
Passaggio tra le rocce e i pini. Sino alla meraviglia di Pietra di Pino, che una "coincidenza acausale significativa", direbbe Jung (in "La sincronicità") mi chiamò a se tanti anni fa. E’ il luogo della bellezza assoluta. La cima della rupe, e solo essa, ci mostra la vallata del Lago Arvo ed il Botte Donato, con le Montagne della Porcina. E quinte dopo quinte di monti. In una cornice di rocce, pertugi, guglie, massi, pini. Estasiati. "Ogni persona che si rallegra alla vista della creazione vivente - scrive Konrad Lorenz in "Il declino dell'uomo"- è vaccinata contro il dubbio che tutto ciò possa essere privo di senso". Indietro, verso i Colli Perilli. Il vento, lo scampanellio degli animali, il pigolare delle poiane sono la sinfonia di questo cammino. Sulla cima. Una coppia di danesi contempla stupita questa scheggia impazzita di Nord Europa sperduta nel centro del Mediterraneo. Guardano increduli. Ci invidiano per tanta bellezza che irrompe. E che salva.