La missione fallita di fermare Caccavari

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

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filippo_veltri.jpgL’orto di San Floro di Stefano Caccavari – mirabile esempio di come si possa far fruttare un’idea geniale in un sito che doveva ospitare la più grande discarica privata d’Europa, la Battaglina - dopo l’incendio doloso delle scorse settimane andrà avanti come prima e meglio prima. Rubando, infatti, una definizione a Massimiliano Capalbo è fallita la missione di bloccare con l’attentato il giovanissimo imprenditore del quale oggi parla tutta l’Italia, tutti i grandi giornali nazionali, le reti televisive, la politica.

La reazione enorme dei cittadini e anche delle Istituzioni (dalla Prefettura di Catanzaro al Presidente della Regione) lascia infatti per una volta ben sperare. Ma lasciamo la parola ad uno che su esperienze come quelle di Caccavari ci sta costruendo una rete, meglio dire un senso comune. E’ Massimiliano Capalbo, il leader degli Eretici, imprenditori che con le loro esperienze concrete, sul campo, mostrano come sia possibile cambiare l’immutabilità delle cose in questa terra.

  Dice, dunque, Capalbo: ‘’da decenni in Calabria, e al Sud in generale, ‘conviviamo’ con gesti come quelli accaduti all’Orto di Famiglia di Stefano Caccavari e non siamo ancora riusciti a trarne un insegnamento. Leggo commenti che nulla hanno a che fare con la realtà. Il fenomeno si ripete ciclicamente ma noi, forse sviati dalle interpretazioni mediatiche e dagli stereotipi, non siamo in grado di interpretarlo. Eppure è molto più semplice di quello che pensiamo. Spetta all’imprenditore/politico (ecco l’eresia) farsi istituzione, mediare, accogliere, dialogare col territorio, essere capace di inserire in un progetto più grande (una volta si chiamava visione) i buoni (dandogli maggiore fiducia) e i cattivi (controllandone i movimenti). Occorre  assorbire la forza e l’energia dell’avversario per dirottarla dove serve, per canalizzarla e trasformarla in energia positiva’’. 
Caccavari ora, dopo l’orto, pensa a lanciare l’altra grande idea del recupero di un antico mulino a macina, non per archeologia ma per produrre farina biologica e lanciarla nel grande mercato nazionale e internazionale e con lui sta radunando una grande pattuglia di soci e finanziatori. Insomma, è tutt’altro che solo!

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