© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ernesto Magorno, avvocato prestato alla politica ed oggi segretario regionale del Partito Democratico, deve essersi letto solo il titolo del notissimo e citatissimo (spesso a sproposito) saggio del sociologo Zygmunt Bauman sulla società liquida.
Altrimenti non si spiegherebbe come abbia fatto a rispondere nel modo che sunteggiamo ad una precisa domanda fattagli qualche sera fa da un suo compagno di partito, un autorevole dirigente peraltro renziano come lui, che gli chiedeva conto e ragione del fatto che il Pd non abbia ancora in Calabria organismi dirigenti. Cioè una segreteria, incarichi di lavoro, etc etc.
Magorno – presente l’altro suo sodale Luca Lotti – ha infatti risposto che ormai non è più tempo di quei sofismi che reclamava il suo compagno di partito. Insomma: a che servono questi organismi? A che serve una segreteria in un partito? Facciamo altro, magari le consulte, cioè specie di assemblee plenarie in cui non si capisce chi decide e come decide: così dopo la sanità gli enti locali e così via.
Ora, il buon Magorno non è che sia solo in questa sua intemerata. Magari fosse cosi’! Quei suoi compagni e sodali di partito a Roma da tempo, infatti, straparlano di un partito cosi’ detto liquido, così come Baumann indicava la società in cui per certi aspetti viviamo. Solo che il modello di Baumann non intende certo prendere alla lettera questa metafora, come sta avvenendo invece ora, nel momento in cui libri, registri e quaderni, con tutti i significati che essi rivestono, rischiano di finire nelle tubature di scarico. Trascinando con sé tante memorie del passato ma anche tante speranze del futuro.
Bisognerebbe,dunque, andare oltre il titolo del libro del sociologo polacco. Sabino Cassese ha recentemente scritto che il tracollo della macchina partito-organizzazione ‘’rende evidente un vuoto di educazione civica e di selezione della classe dirigente al quale bisogna porre rimedio’’. E il prof.Guido Crainz nel suo ultimo libro ‘’Storia della Repubblica’’ (Donzelli), di cui consigliamo vivamente a Magorno la lettura, parla di un tema vitale ma assente nel dibattito dei partiti (o di ciò che resta di essi), concludendo con una folgorante immagine: ‘’la divinità acceca coloro che vuol mandare in rovina’’.
Sarebbero queste le semplici osservazioni e domande da porre ai dirigenti del Pd calabrese, con l’aggiunta non di poco conto che la dissoluzione di questo partito rischia di trascinare con sé nel gorgo dell’inutilità anche l’esperienza di governo alla Regione. Ma quei dirigenti sono impegnati anche loro in quei codazzi e rischiano di venire accecati dalle divinità che adorano.