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Che la Sacal - cioè la società che gestisce il più importante aeroporto della Calabria, Lamezia Terme - sia ormai diventata un problema lo sanno tutti. Solo i ciechi si rifiutano di vederlo, ma prima o poi porteranno a sbattere contro un muro tutti coloro i quali per miopia o per attaccamento alla poltrona si rifiutano di vederlo. Il Comune di Lamezia è da tempo in prima fila nella denuncia di una situazione grave che si trascina dai tempi della gestione Speziali. Si è “opposto in maniera coerente e lineare - è stato denunciato nell’ultimasi nota stampa - a scelte che hanno portato a gravi perdite di bilancio, a fare emergere gravi problemi gestionali nella principale infrastruttura aeroportuale della regione, ai rischi di un declassamento dell'aeroporto”. L'amministrazione guidata da Gianni Speranza ha “più volte sollecitato un corretto confronto tra le istituzioni e anche gli altri soci privati per garantire una gestione della Sacal nell'interesse esclusivo dei calabresi e degli utenti dell'aeroporto.Abbiamo operato con coerenza e serietà per tutelare il ruolo dell'aeroporto nella nostra regione e a livello nazionale, e quello della nostra città all'interno della società”.
Solo che dopo la gestione Speziali è arrivata la gestione Colosimo-Mancuso e il ciclone dell’operazione Perseo: continuare a fare finta di niente e’ diventato doppiamente pericoloso. Qualcuno deve intervenire, oltre al Comune di Lamezia: i soci privati, la Regione, gli enti catanzaresi. Mettere la testa sotto la sabbia porterà ad aggravare la situazione e l’immagine della Sacal stessa, così come dimostra la risposta-non risposta alla denuncia della scorsa settimana del “Lametino” sull’appalto degli spazi pubblicitari dentro e fuori l’aerostazione. C’è un urgente bisogno di ridare cristallinità e limpidezza a tutti gli atti della società e a dare risposte serie, reali e concrete a quanto di grave è fin qui emerso dagli atti dell’operazione Perseo. Non basta certo la revoca dell’incarico al consigliere Bevilacqua.