Calabria, quando mancano proposte e progetti

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

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Scrive Francesco Russo, docente di trasporti e logistica all’Università di Reggio Calabria, su Zoomsud: lo scorso luglio sono state pubblicate due liste di proposte, per lavori e progetti, finanziate dall’Unione Europea per infrastrutture di trasporto lanciate nel 2012, che avevano l’obiettivo di finanziare molte proposte di non imponenti importi per un totale di 1597 milioni. Nella prima gara le priorità previste per i finanziamenti erano: accelerare la realizzazione degli assi di trasporto di interesse europeo, promuovere innovazione e nuove tecnologie per le infrastrutture di trasporto; supportare le partnership pubblico-privato; supportare lo sviluppo dei corridoi europei. Il totale dei fondi impegnati è 250 milioni di euro. L’Ue ha ricevuto complessivamente 168 proposte di finanziamento; mediante valutazione sono state scelte 83 proposte, per un totale di 248 milioni: 67 per la prima priorità, 6 per la seconda, 3 per la terza e 7 per la quarta. Alcuni progetti interessano l’Italia ma sono stati proposti da altri paesi: Corridoio ferroviario 5 da Gdynia in Polonia a Bologna, Corridoio ferroviario verde Stoccolma Bologna. Emerge che nessun progetto e nessun lavoro è stato finanziato in Calabria, e più in generale nel Sud, a meno dello studio per la camionale di Bari e del sistema di controllo ferroviario a Termini Imerese.

Il fatto più grave è che nemmeno nell’elenco di progetti e lavori non finanziati ce ne siano per la Calabria: nessun progetto ferroviario, nessun progetto stradale, nessun progetto intermodale. Bisogna concludere che nessuna proposta sia stata presentata, né per progetti né per lavori? L’Ente che ha le maggiori responsabilità per la progettazione e le realizzazione è la Regione Calabria. Seguono a ruota le Ferrovie dello Stato - ed in particolare RFI che è responsabile delle stazioni e dei binari - e l’ANAS, poi il Porto di Gioia Tauro, poi gli altri. “È inutile - conclude il docente - parlare di ndrangheta, di piemontesi e Borboni, di bizantini, di pirati saraceni. Le responsabilità del non-sviluppo sono qui davanti a noi. Certo il gap infrastrutturale ha quelle cause, dai saraceni alla ndrangheta, sociologi e storici hanno un immenso campo di discussione”.

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