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Ci spaventa la guerra e quindi per reazione logica, umana (per chi ancora la possiede l'umanità) ci muoviamo a aiutare il prossimo. O almeno dovremmo! È facile dispiacersi davanti le immagini dei profughi ucraini. Ma poi? Abbiamo dimenticato la solitudine e l'isolamento della pandemia? Di già? Allora soffriamo un pò tutti di demenza senile! Si sospetta ne soffra il presidente russo con gli attacchi improvvisi d'ira! Beh ormai gli attacchi d'ira sono sintomi che hanno 7 persone su 10. Di tutte le età. Sempre colpa della post/pandemia? Giustifichiamo tutto con questa motivazione. E chi era rabbioso prima di due anni fa? Ritornando indietro nel pezzo ci chiediamo se anche nei cesti delle chiese che servono ad aiutare la Caritas la richiesta è identica a quella dei profughi delle immagini e del bisognoso che chiede l'elemosina davanti la chiesa. Per qualcuno la mano si ritrae per una bassa considerazione degli Enti che si occupano dei bisognosi vicino a noi perché non hanno fiducia in loro e nella chiesa come istituzione. Ma la carità non è una tendenza.
Non è che sparisce il bisogno del mendicante nel 2021 e va di moda quello dell'ucraino nel 2022. E se poi si chiede di ospitare dal pulpito della chiesa una mamma e un bambino ucraino che hanno perso tutto, lì ritorna la donazione del 2021 perché magari d'improvviso la casa è piccola e non può ospitare nessuno oltre ai componenti della famiglia. La necessità, il bisogno non dovrebbe contenere differenze. Nel famoso passaggio dell'aiutare il prossimo, avete presente? Tutto questo ne fa parte. Ognuno nel suo piccolo dovrebbe sempre o ospitare un profugo, o riempiere un cesto nelle chiese o mettere la monetina al bisognoso. Appunto siamo tutti ucraini...ma sempre. Non lo dimentichiamo...allontaniamo la senilità!