Leggere per conoscere

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

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E dalla richieste di revisione del processo presentata dai legali della difesa e dal sostituto Pg Cuno Tarfusser, dopo aver approfondito gli atti e dopo aver letto, come scrive egli stesso, proprio il libro ( il grande abbaglio) che ha curato l'introduzione. E oggi che il caso è stato riaperto, i due cronisti raccontano i retroscena dei processi che portarono la coppia all’ergastolo, svelando tutti i dettagli delle nuove prove che scagionano i coniugi. A partire dalle confessioni, sulle quali nemmeno gli assassini avrebbero potuto fornire i dettagli raccontati da Olindo e Rosa, e che si potevano rivelare unicamente guardando le foto della strage.

Scrivono che La mattina del 17 dicembre 2006, Lidio Ramon, il figlio del vicino di casa sordo di Raffaella Castagna, andò a casa di Olindo e rivelò di aver sentito dire che la sera della strage le persiane di casa Castagna Marzouk erano chiuse. Un episodio confermato lo stesso giorno da un residente a “La Provincia di Como”, che raccontò che solitamente le persiane di quella casa erano aperte. Ma non l’11 dicembre. Infatti le prime foto dei vigili del fuoco mostrano le persiane spaccate, come se fossero state spalancate con la forza dai soccorritori. Dai verbali, scrivono nel libro, non sappiamo con certezza se davvero anche le persiane fossero chiuse, impedendo perfino alle luci dei fari di una macchina di penetrare nell’appartamento. Ma si tratta di un particolare addirittura in eccesso per quanto hanno spiegato. Esiste un dato assolutamente incontrovertibile: l’11 dicembre 2006 alle otto di sera, l’ora in cui tutto accadde, a Erba era buio come se fosse notte. E la luce, nell’appartamento della strage, era stata staccata intorno alle 17,40. In una foto scattata alle 1.04 del 12 dicembre in quell’appartamento, nonostante un faro acceso dai vigili del fuoco, in fondo al corridoio si vede a malapena un pompiere. Lì dentro, era buio pesto. Non si vedeva nulla. Nemmeno gli assassini avrebbero potuto fornire i dettagli della mattanza, o parlare degli abiti delle vittime, descrivere gli interni dell’abitazione e ciò che c’era per terra. Ma Solo chi aveva visto le foto poteva farlo.

Ne consegue che le confessioni di Rosa e Olindo costituiscono la prova più lampante della loro innocenza. Molte leggende che non hanno alcun riscontro negli atti finirono nelle sentenze sulla strage di Erba. E Felice Manti ed Edoardo Montolli ne parlano nel loro ultimo libro «Olindo e Rosa, il più atroce errore giudiziario nella storia della Repubblica» e oggi che il caso è stato riaperto, i due cronisti raccontano i retroscena dei processi che portarono la coppia all’ergastolo, svelando tutti i dettagli delle nuove prove che scagionano i coniugi. Scrivono: C’è anche la questione del “citofono” e il sospetto che Olindo e Rosa sapessero di essere intercettati, vicenda che ha tenuto fino in Cassazione solo perchè, delle migliaia di intercettazioni svolte, soltanto meno di dieci entrarono nel fascicolo del dibattimento e furono valutate dai giudici. Questi e tanti altri dati sono raccontati e descritti con precisione dai due autori in un libro di cronaca attuale e storico.

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