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Da piccoli scrivevamo il diario segreto, e lo era fino a quando un impiccione non veniva a sbirciarlo, poteva essere un genitore o un compagno di classe. Poi è passata la moda di custodire i pensieri i segreti gli amori adolescenziali su un quaderno con il lucchetto. Ma c’è chi ancora conserva questa sana abitudine lontano da tutto quello che è un pc. Ti sentivi bene quando buttavi su un foglio bianco le tue sensazioni, o gli incazzamenti perchè l’emozione era sempre con te, e la dovevi scrivere sul diario. Anche e soprattutto quando avevi una cotta per una persona.
Il diario si può e si dovrebbe avere sempre perché la scrittura è un ottima forma di introspezione e di conoscenza personale, per qualcuno anche di crescita. Il diario segreto è uno spazio tuo dove nessuno può giudicare i tuoi pensieri e i tuoi scarabocchi. E pensare che per molti nasceva nell’adolescenza il primo scritto con le prime delusioni romantiche e magari per qualcuno c’era anche una piccola idea di introspezione. Con il diario cercavi di capirti meglio. Molti hanno attaccato la penna al chiodo appena hanno iniziato a frequentare l'Università o a lavorare. Non si trovava più il tempo di scrivere Poi, diventa un lusso pensare alla propria vita e si optava per lo psicologo. Ma si dimentica che la scrittura è terapeutica e gli studi hanno dimostrato che riduce lo stress e si gestiscono meglio l'ansia e i cambiamenti dell’umore. Non solo facilita la memoria perché suggerisce, porta a riflettere su quello che ti è successo ma aiuta anche a esplorare il linguaggio. Qualcuno a continuato a tenere un diario perché in questo modo si tende a ricercare un po’ più a fondo le parole da utilizzare per poter definire meglio ciò che effettivamente vogliamo scrivere.
In effetti potrebbe sembrare infantile annotare le giornate le abitudini le riflessioni o mettere in ordine i pensieri come se si riponessero in un cassetto. Come accade quando sei stanco e non hai voglia di riordinarlo e metti tutto in un groviglio di panni disordinati. E poi un giorno decidi di riordinarlo, cos’ì succedeva sul quadernino quando buttavi sul foglio bianco le preoccupazioni e le esperienze negative. E liberavi la mente rendendola più pulita. Oggi i social hanno cecato si sostituire questa sana abitudine di parlare con sé stessi. E si è più soli e più tristi. Il problema è che oggi per di più non ti ascolta più nessuno. Mentre il diario segreto serve anche per tenere traccia degli step che hai raggiunto per arrivare a un obbiettivo. Ma serviva da adolescenti a rivivere le emozioni dei momenti più belli e ne sviluppava il senso critico, sottolineava i momenti brutti e serviva per capire come gestire l ansia e lo stress nei momenti negativi. Era in molti casi anche una valvola di sfogo perchè scrivevi quello che generava rabbia per poi rileggerlo quando si tornava in pace con sé stessi. Cosa serve per praticare questa sana e salutare abitudine? Un po’ di tempo quotidiano, uno spazio silenzioso, una buona dose di istintività, una manciata di intuitività e non applicare nessuna correzione ma solo essere molto onesti con sé stessi. Il resto verrà naturalmente ogni giorno con carta e penna.
Obbligatoria conditione sine qua no…