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Da pochi giorni sono riaperte le scuole con la solita litania dei messaggi a studenti e docenti del mondo politico tutto per l’avvio del nuovo anno scolastico. Una litania, appunto. Ma chi si occupa davvero dello stato dell’istruzione primaria e secondaria in Italia? Praticamente nessuno e anche la discussione sull’avvio del nuovo governo Conte vede il problema scuola assente del tutto. Non ne parla nessuno ma la vera tragedia di quello che sta accadendo da anni nel nostro paese nasce invece proprio da li’ e dall’insulsa cancellazione nel mondo politico e anche sociale del nodo dei nodi e cioe’ che la ripresa dell’Italia puo’ partire solo da qui. Negli ultimi giorni sui giornali c’e’ stata, in verita’, una timida ripresa d’attenzione ed e’ stato segnalato come la situazione critica in cui versa tutto il nostro sistema d’istruzione, dalla scuola materna all’Universita’, e’ drammatica. Non e’ credibile infatti nessuna politica di ripresa dell’Italia che non cominci da qui, dalla scuola. Invece i tagli nel settore continuano senza colpo ferire: nell’ultima finanziaria meno 4 miliardi nel triennio e cioe’il 10 per cento, sia per l’istruzione primaria che per quella secondaria ma nessuno, nè Zingaretti e nè Di Maio hanno posto tra i 10, 5 e 20 punti per il programma del nuovo esecutivo la questione scuola al centro delle loro attenzioni.
Ha scritto Nando Pagnoncelli in uno dei suoi ultimi libri: ‘’una popolazione sprovvista di cultura e di spirito critico e’ in pericolo perche’ soggetta a facili manipolazioni e a una sudditanza perenne. In Italia c’e’ una evidente e innegabile distanza tra percezione e realta’, una distanza che si conferma stabilmente di anno in anno. Solo i paesi a bassa scolarita’ ci hanno preceduto nelle ultime edizioni di questa classifica tutt’altro che meritoria’’. I dati che si presentano a pochi giorni dall’apertura delle aule non lasciano presagire nulla di buono: ha scritto Tuttoscuola che sono state congelate le assunzioni dei precari con circa 150 mila cattedre prive di insegnati, si ripropone l’ennesimo carosello di docenti, congelato l’avvio della nuova educazione civica, solo per dirne tre.
E in più nessuna proposta per l’avvio del cosi’ detto tempo lungo, così come invece reclama da tempo l’associazione TreeLLLE che ha stimato nel 30 per cento il grado di analfabetismo funzionale della popolazione italiana mentre in Unione Europea riguarda solo il 15 per cento. Questa stessa meritoria associazione in un documento dal titolo ‘’il coraggio di ripensare la scuola’’ ha proposto un tempo lungo per tutti, cioe’ 5 ore piu’ mensa piu’ altre 3 ore in un mondo pero’ in cui le famiglie, come ha denunciato in una coraggiosa lettera al Corriere della Sera una mamma di Bologna, si lamentano addirittura per i troppi compiti al sabato ai loro figlioli, che impediscono gite e week end! Povera nostra Italia! Possiamo ancora permetterci di non fare dunque della scuola e dell’Unversita’ il perno del nostro futuro e del nostro riscatto?