© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fisica Ecologia Filosofia in Fritjof Capra: La rete della vita
Scritto da Lametino 5 Pubblicato in Pino Gullà© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alcuni relatori in presenza, altri in video conferenza con collegamenti da remoto e convegnisti a diversità di latitudine. Così vicini, così lontani ai tempi del coronavirus, come gli studiosi del Centro Studi di Filosofia della Complessità “Edgar Morin” di Messina: hanno organizzato il 5 e il 6 ottobre scorsi il Convegno Internazionale di Studi su Fisica, Ecologia, Filosofia in omaggio a Fritjof Capra per i suoi ottant’anni. Fisico, filosofo, pedagogista, saggista e tanto altro; sostenitore dello sviluppo sostenibile, Capra, di origine austriaca, si è occupato di alte energie in varie università americane e, specialmente per l’ecologia, ha fondato a Berkeley (California) il Center for Ecoliteracy (Centro per la eco-alfabetizzazione). A presiedere al tavolo di presidenza nella sala dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti di Messina Annamaria Anselmo, professore ordinario di Storia della Filosofia nell’Ateneo messinese. La docente ha introdotto i lavori sottolineando l’impatto rivoluzionario di Capra fisico nel momento in cui si è aperto alla riflessione filosofica. In tal modo ha individuato la differenza qualitativa di approccio alla realtà. È andato alla ricerca di una nuova immagine del mondo più vicina al paradigma olistico (il tutto maggiore della somma delle parti) della filosofia orientale. Ha dato poi la parola al professore Giuseppe Gembillo, direttore del “Centro studi di Filosofia della Complessità” e coordinatore delle attività seminariali della Scuola Estiva Francesco Fiorentino di Lamezia Terme dal 1997 al 2014, nella quale, insieme alla professoressa e ad altri docenti che citerò nel prosieguo, sono stati più volte relatori nei seminari lametini. Il professore di Filosofia della Complessità ha subito messo in evidenza come Il Tao della Fisica (Adelphi, 1989), il bellissimo libro di Capra, “ci permette di cogliere qualcosa che alla scienza occidentale era sfuggita: il legame tra questa e lo spirito orientale”. Il fisico, innamorato dell’Oriente, si sofferma a lungo su Cartesio, filosofo francese dell’Occidente riduzionista per quanto riguarda il rapporto con la natura; altre pagine sono dedicate agli italiani Galileo Galilei, sulla rivoluzione scientifica del Seicento, e a Leonardo da Vinci sul concetto di uomo universale che “non vuol dire tuttologo, ma, piuttosto, la consapevolezza della interrelazione con un contesto che ogni specialista deve avere”. È quello che ha fatto il fisico-filosofo di Berkeley: ha interagito con altri scienziati-filosofi (Lovelock, Mandelbrot, Prigogine …); una connessione con ricercatori in apparenza lontani, a conferma che c’è La rete della vita e del pensiero; una sistematicità aperta che ha permesso i collegamenti. Lo studioso è come un direttore d’orchestra che conosce gli spartiti. Mette in circolo i diversi pezzi creando una circolarità virtuosa e fa interagire pure sincronia e diacronia.
Maria Rita Abramo, due dottorati di ricerca, in Metodologie della Filosofia e in Filosofia all’Università degli Studi di Messina. La docente di Filosofia e Storia al Liceo Classico Tommaso Campanella di Reggio Calabria ne La metafora del circolo (Armando Siciliano Editore, 2002) a cura di Annamaria Anselmo e Giuseppe Gembillo, riporta i versi attribuiti a Ted Perry, sceneggiatore cinematografico, in epigrafe a La rete della vita (Fritjof Capra, Rizzoli 2001), altro libro fondamentale del pensiero sistemico: “… Questo sappiamo. / Che tutte le cose sono legate / come il sangue / che unisce una famiglia … / Tutto ciò che accade alla Terra / accade ai figli e alle figlie della Terra. / L’uomo non tesse la trama della vita; / in essa egli è soltanto un filo. / Qualsiasi cosa fa alla trama, / l’uomo la fa a se stesso …” (p. 250). IL fisico-filosofo si allontana dall’ambientalismo superficiale per abbracciare l’ecologia profonda, appunto la rete della vita nel cui vasto e complesso ambito siamo partecipi. È stata poi la volta di Enrico Giannetto, professore ordinario di Storia del pensiero scientifico presso l’Università di Bergamo. Chi ha frequentato (ed erano in tanti) la Scuola di Alta Formazione Francesco Fiorentino di Lamezia Terme se lo ricorderà come relatore nel seminario del 2000, quando è intervenuto su La scoperta del tempo nel Novecento. Continuando sui testi orientali e Il Tao, il docente ha relazionato sulla matrice di scattering, altrimenti detta matrice di diffusione; in meccanica quantistica esprime lo stato iniziale in funzione dei possibili stati finali in un esperimento di diffusione (scattering). Secondo Capra solo i differenti metodi di osservazione stabilirebbero alcuni principi generali in quanto leggi fondamentali; le strutture osservate sarebbero riflessi di strutture della mente. In tutto questo il docente di Bergamo vede gli sforzi della fisica moderna tesi ad una unificazione fondamentale, in direzione di un’immagine del mondo olistico e dinamico che si avvicinerebbe alla filosofia buddista, importante per l’ecologia e il futuro dell’uomo. Francesco Crapanzano, ricercatore del Centro Studi Edgar Morin di Messina, relatore nel seminario lametino della Scuola Francesco Fiorentino su Decime per il rinnovamento e la formazione del 2009, ha relazionato su Capra e l’arte della complessità, una mirabile sintesi. Nel suo intervento ha fatto riferimento ad un articolo del Tao in cui si parla di reti alternative e di un nuovo paradigma sociale con una visione olistica ed ecologica. Di conseguenza, paradigma multidisciplinare e interdisciplinare che permette un approccio sistemico non solo nella fisica. Fabiana Russo, dottore di ricerca in Filosofia nell’Università Peloritana, anche lei relatrice su Zygmunt Bauman e la società liquida nel seminario lametino del 2014, ha relazionato al Convegno di Messina ponendo l’accento sul Secondo principio della termodinamica (il passaggio di calore da un corpo caldo ad un corpo freddo è irreversibile), cambiamento profondo che vede la rivincita del divenire eracliteo. Per la studiosa il modello sistemico della vita in Fritjof Capra ha trovato un sostegno nell’autopoiesi (la capacità dei sistemi viventi di riprodurre se stessi attraverso una rete di processi di autoproduzione; si producono da sé), così come nel percorso di crescita biologica e di formazione dell’uomo nelle ricerche dei biologi e filosofi cileni Humberto Maturana e Francisco Varela. Santo Burgio, docente di Storia della Filosofia all’Università di Catania, è intervenuto su La fisica del sé. Capra e il pensiero buddista. Lo Zen è un tirocinio della coscienza. Un retto vedere e una giusta comprensione. Il docente messinese di Filosofia Andrea Velardi ha trattato Il soggetto della rete. Indebolimento ontologico e potenziamento conoscitivo nel pensiero di Capra, focalizzando la critica del fisico americano del soggetto cartesiano che nasce da una duplice idea di mondo e da una impostazione meccanicistica riduzionista, superata attraverso la mistica orientale del Tao. Edvige Galbo, dottore di ricerca in Metodologie della Filosofia, ha relazionato su Un universo di partecipazione. La rete fra Capra e Arnhein. Ancora la scelta olistica del tutto più della somma delle parti. Osservare la vita significa osservare le reti che caratterizzano il nuovo pensiero sistemico. Luisa Damiano, professoressa di Logica e filosofia della Scienza nell’Università di Messina, ha evidenziato The web of mind, La via della mente una struttura di interconnessione, considerata una nuova comprensione scientifica. In tale percorso si sviluppa la nozione cibernetica di rete trascurata dalle scienze cognitive. Così ha preso piede un nuovo costruttivismo radicale; un nuovo approccio con connessioni causali tra neuroni.
Nel pomeriggio al tavolo di presidenza, a coordinare i lavori, Giuliana Gregorio, professore associato di Storia della Filosofia all’Università di Messina. È stata relatrice in tre seminari lametini della Scuola di Alta Formazione Francesco Fiorentino: La scoperta del tempo nel Novecento (settembre del 2000); La metafora del circolo nel pensiero del Novecento (settembre del 2001); Kant nella filosofia del Novecento (settembre del 2003). Ha invitato al tavolo di presidenza Giuseppe Giordano, professore ordinario di Storia della Filosofia all’Università degli Studi di Messina. Relatore assiduo, insieme al professore Gembillo, negli incontri lametini: La scoperta del Tempo nel Novecento, settembre del 2000; La metafora del circolo nel pensiero del Novecento, settembre 2001; Kant nella filosofia del Novecento, settembre del 2003; La filosofia e gli altri saperi, settembre 2006, con Giuseppe Gembillo e Girolamo Cotroneo, professore emerito di storia della Filosofia nell’Ateneo messinese, già presidente della Società Filosofica Italiana e della Società di Storia della Filosofia; Economia , Etica, Ecologia, settembre 2007; Complessità e formazione; settembre 2008; Decime per il rinnovamento e la formazione; settembre 2009; Economia e Decrescita, settembre 2012; Dalla politica ideologia alla politica complessa; settembre 2013. Frjtiof Capra e la Complessità: rete della vita, rete delle scienze, rete delle conoscenze, le tematiche trattate dal docente. Citando Il punto di svolta (Feltrinelli, 2013), ha esordito affermando che l’opera di Capra è tra quelle che ha contribuito decisamente al cambiamento di paradigma, andando oltre il modello meccanicistico riduzionista. Nei primi 30 anni del secolo scorso “la crisi della metodologia riduzionista da parte dei filosofi della scienza che si interessavano alla biologia” e dei biologi che hanno rivolto il pensiero alla filosofia. È il momento di cambio di direzione dal paradigma classico a quello della complessità. Quindi il principio di complementarietà dell’approccio al reale. Altra citazione: “La vera lezione da imparare dal principio di complementarità, e che forse può essere tradotta in altri campi di conoscenza (come Bohr [fisico danese premio Nobel] cercò di fare per tutto il corso della vita), consiste nel sottolineare la ricchezza della realtà, che straripa da ogni possibile linguaggio, da ogni possibile struttura logica” (Isabelle Stengers, Ilya Prigogine La nuova alleanza. Metamorfosi della scienza. Einaudi, 1993, p. 228). Bisogna allargare l’attenzione per vedere l’universo non più come una macchina, ma come una relazione. Per il docente di Messina il fisico-filosofo Fritjof Capra chiama in causa l’ecologia, l’economia, le scienze sociali; soprattutto una società sostenibile che abbracci le nuove generazioni. Ugo Mattei, professore di Diritto civile all’Università di Torino e di Diritto internazionale e comparato all’Università della California, ha parlato dei primi incontri con il fisico-filosofo sui campi da tennis negli Usa; poi proseguiti in ambito intellettuale e diventati unità d’intenti nello Scrivere di diritto con Fritjof Capra. Le origini dell’ecologia del diritto e lo sviluppo globale di un nuovo paradigma. Secondo il giurista, la visione ecologica di Capra va oltre la protezione dell’ambiente; è sulla stessa lunghezza d’onda di James Lovelock (Le nuove età di Gaia. Bollati Boringhieri, 1991). Chimico, scienziato e ricercatore ambientalista, ha dato il nome di Gaia (dalla divinità greca Gea) alla Terra, personificandola come pianeta vivente: “Se è vero che inizialmente l’idea del pianeta vivente si presentava solo come un’ipotesi, (…) oggi è qualcosa in più. (…) I viaggi nello spazio (…) hanno dato una nuova visione delle interazioni tra la parte vivente e quella inorganica del pianeta. (…) La terra, l’aria, gli oceani e le superfici emerse formano un sistema complesso” (Giuseppe Giordano La scienza complessa come via per il pensiero eco-etico Rivista semestrale Complessità, Sicania 2006, pp. 112,113, note 63,70). È urgente entrare in una dimensione etica ed eco-etica, consapevoli che facciamo parte della stessa vita che appartiene pure alle generazioni future. Promuovere la comunità significa favorire l’interdipendenza dei suoi membri. L’analisi globale di Capra cambia e si avvale di un nuovo paradigma: dal riduzionismo alla complessità, via dello scienziato e del mistico. Bisogna uscire dalla crisi abbattendo lo specialismo e abbracciando una visione ecologica, una prospettiva sistemica. Diana Del Mastro è docente di filosofia ed estetica all’Università di Stettino in Polonia. Ha presentato al convegno Dall’epistemologia simbolica di Pavel Florenskij al pensiero sistemico di Fritjof Capra. Dal saggio della studiosa, Immanenza e trascendenza nell’icono-sofia di Pavel Florenskij, alcuni cenni biografici sul teologo, filosofo, sacerdote e martire russo: “Il bolscevismo prima sfrutta la sua enciclopedica cultura mettendola al servizio dello Stato” (Colloquia Theologica Ottoniana, 2/2014, p. 212). Poi il regime sovietico lo perseguita, lo condanna e viene fucilato. Ha saputo elaborare un legame tra filosofia e teologia con una idea integrale della conoscenza, collegando diversi livelli del reale e anticipando il dibattito epistemologico. Pertanto risulta evidente la vicinanza al fisico di Berkeley. Per quanto riguarda gli interventi in lingua inglese di Stephan Harding, Terry Irwin e Miguel Altieri ne parlerò quando saranno pubblicati gli atti in italiano.
In chiusura dei lavori della prima giornata collegamento con Fritjof Capra visibilmente emozionato e grato per il convegno. Ha raccontato la sua vita di studioso e di intellettuale sensibile alle problematiche sociali. Dal 1965 al 1984 impegnato come fisico teorico; negli anni ’70 le prime implicazioni filosofiche; poi ha abbandonato la fisica alla ricerca di un nuovo paradigma sistemico. Incontri e contatti di fondamentale importanza nel seguire un orizzonte concettuale: con Bateson, Prigogine, Maturana, movimento verde. Ha appreso le cose attraverso i contatti con i pensatori sistemici in seminari e conferenze. Ieri influenzato dalla controcultura della seconda metà del secolo scorso, oggi dalla società civile di studiosi e attivisti. Ha arricchito così la sua rete personale orientata all’azione. A sugello della prima giornata del Convegno le parole significative del professore Gembillo: “Fritjof Capra pensatore e comunicatore”. Considerata la lunghezza del pezzo, prossimamente il resoconto dell’altra giornata del convegno.