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Cominciamo dal Quadro regionale, lo strumento urbanistico che sarebbe in buona sostanza il Piano regolatore regionale, da cui ovviamente dipendono i Piani regolatori locali e perciò anche quello di Lamezia, altrimenti conosciuto come P.S.C. ovvero Piano strutturale comunale. Alle luce di quanto si è appreso, non appena è stato licenziato il suddetto Quadro regionale, sembra che il Piano regolatore lametino debba essere rivisitato. Il nostro vulcanico sindaco, si fa ovviamente per dire, ha pregato colui che questo piano ha progettato, di intervenire presso la regione per far sentire le proprie motivazioni, ma parliamoci chiaro, è accaduta la solita cosa e cioè che Lamezia non riesce ad avere voce in capitolo rispetto a Catanzaro.
Mi pare logico che Catanzaro, avendo più peso di Lamezia in sede di scelte urbanistiche, e non solo, abbia ritenuto opportuno di salvaguardare il proprio territorio, anzi di farlo sviluppare ancora di più a danno delle realtà urbanistiche minori che orbitano intorno al proprio assetto urbanistico ma, guarda caso, Lamezia non è proprio una realtà minore vuoi per consistenza territoriale vuoi per numero di abitanti e avrebbe avuto tutti i diritti di espandersi o comunque di interessare alla sua pianificazione urbanistica anche i territori non solo del suo circondario ma anche quelli più prossimi o comunque tali da consentire alla città di Lamezia uno sviluppo ragionato.
Ma quale peso ha avuto mai Lamezia in sede regionale? Poco e niente e, questo, grazie all’incapacità e alla inconsistenza della sua classe politica e dirigente. Per questo non intendo dare a Speranza tutte le colpe, essendo questa una questione di vecchia data e facente parte del patrimonio genetico invalidante di tutta quanta la sua classe politica. Forse solo verso l’onorevole Lo Moro, allorché era sindaco lametino Catanzaro ha avuto qualche timore, per il resto nessun sindaco lametino, con classe politica annessa, è riuscito mai a fare rispettare i diritti della città governata, il più delle volte essendo costui interessato a fare gli interessi propri e del clan. Quantomeno a Catanzaro, si riesce a combinare insieme i propri interessi con quelli della città.
Non posso poi tacere di quanto è emerso grazie all’operazione Perseo e cioè che in città ha governato per molto tempo una holding che definire semplicemente criminale è inesatto. Si tratta invece di un sistema organizzativo quasi scientificamente messo in atto e coinvolgente diversi strati professionali e imprenditoriali cittadini e non solo, in quanto l’elemento politico è servito da collante e da carburante per il funzionamento dell’intero sistema. Non so come sia stato possibile non accorgersi che tutta la ricchezza di Lamezia era ed è una ricchezza malata e ora non vorrei che quella che appariva come una città ricca, lo fosse stata solo grazie a questo tipo di economia. Oppure si ricomincerà come prima, tanto più che l’operazione Perseo non è stata un’operazione di chirurgia generale ma solo locale, nel senso che sono state operate solo alcune parti di un organismo malato e presto l’organismo operato localmente potrebbe riprendere a funzionare a pieno regime.
Comunque, una cosa è emersa e cioè che Lamezia, come altre città, soprattutto del centro e Nord Italia, ha un suo giornale locale al servizio della città, come in tutti i piccoli e medi centri degli Stati Uniti, dove si fa giornalismo come in nessuna altra parte del mondo. Per ora, grazie al giornale, su cui mi onoro di scrivere.