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di Pino Gullà
Mi era arrivata l’e-mail: venerdì 9 novembre, alle ore 17.00, Massimo D’Alema al teatro Politeama di Sambiase. Pensavo fosse una performance teatrale o di spettacolo leggero, come succede quasi sempre per le primarie e non solo. Quello che qualche decennio fa era stato il primo premier di sinistra in una compagine di governo, adesso farebbe lo show a teatro. Vuoi vedere che anche lui si è confezionato un format per paura di essere rottamato? Così pensavo, condizionato dalla politica spettacolo che ormai imperversa a più non posso in Tv, nelle piazze e nei teatri d’Italia. Basta poco, specialmente per chi ha dominato la scena della Prima e della Seconda Repubblica (quest’ultima, secondo alcuni, mai nata), non ci dovrebbero essere problemi, specialmente per chi è stato il leader maximo (o lider maximo alla cubana?): un regista (di sinistra, ma anche progressista), qualche filmato divertente di satira con Sabina Guzzanti, musiche di Francesco Guccini, gigantografia di Roberto Benigni che prende in braccio Enrico Berlinguer, sullo sfondo (della foto) l’asta dei microfoni di una volta e il palcoscenico con i riflettori… ed è fatta. Naturalmente ci vuole il copione per la recita. Sempre la stessa, da Nord a Sud, da Est ad Ovest. E i cittadini-elettori-spettatori si godono lo spettacolo. Oggi sembra tutto cambiato: si partecipa alla politica in poltrona. Come se fosse uno spettacolo. E’ la spettacolarizzazione della politica. Contenuti pochi, programma appena accennato. Sennò la gente va via. Così pensavo, mentre andavo a Sambiase. Il rottamato (che brutta parola!) dal sindaco di Firenze e il vituperato dal’ex comico Beppe Grillo si salverà imitando quelli del rinnovamento? Avrà fatto tesoro di ciò che ha insegnato Berlusconi agli epigoni d’oggi. Ma cosa vado a pensare! Massimo D’Alema non ha niente a che spartire con il leader mediatico, tranne qualche bicamerale di troppo o altri eventuali peccati secondo i punti di vista e/o le opinioni della polemica politica (per esempio “il patto della crostata”). Pensieri contrastanti nella mia testa. Ero veramente perplesso, confuso, senza categorie di riferimento. Con lo stesso stato d’animo sono entrato in platea. Vedevo le sedie sul palcoscenico e zero scenografia. Nell’intanto la platea si andava riempiendo di donne, uomini, adulti e giovani. Dopo un po’, teatro gremito. Chi l’avrebbe mai detto! Quell’antipatico di D’Alema. E la gente aspetta paziente, nonostante il ritardo. Arriva. Sul palcoscenico sale insieme al deputato Doris Lo Moro, al commissario regionale del Pd Alfredo D’Attorre, al consigliere regionale Antonio Scalzo e al segretario cittadino Tonino Barberio. Breve introduzione del segretario e la parola passa a colui che si vorrebbe rottamare. Intervento di tipo tradizionale. L’Italia e l’Europa. Ripercorre la storia repubblicana. Nel primo decennio del secondo dopoguerra e negli anni ’90 situazione favorevole; oggi la situazione è più complessa, ma l’Italia potrebbe diventare protagonista, proprio adesso che c’è stata la svolta a sinistra in Francia con Francois Hollande. Per quanto riguarda la posizione politica di Nichi Vendola, prevale il ragionamento politico della governabilità. Il presidente della Regione Puglia governa con l’Udc e in molte città pugliesi si governa con il partito di Pier Ferdinando Casini. Poche battute su Matteo Renzi: abbiamo avuto vent’anni di politica mediatica; ora basta. Per il futuro governo, Pierluigi Bersani rappresenta il punto d’equilibrio nella prospettiva di una coalizione coesa. Applausi di consenso sentito nei passaggi significativi dell’intervento e un lungo applauso finale. Altro che rottamato! E’un diesel di lunga durata! Quell’antipatico di D’Alema parla di politica!