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di Maria Arcieri
E’ passato il momento elettorale. E’ finita la “travolgente” fase di euforia della terza o dir si voglia quarta città della Calabria.Nessuno, a loro dire, aveva voglia di votare. Erano tutti delusi! Per fortuna che in ognuno di noi esiste una facciata di parvenza e una reale. Una che dice ciò che gli altri vorrebbero sentirsi dire e quellamche dice ciò che realmente siamo. Quindi ha vinto la seconda. E che è risultata l’indole che ama la politica. Perché così è stato! Tutti in fila da bravi elettori sin dalle prime luci del mattino, chi, di domenica e chi di lunedì. Bravi, bravini, con le loro tessere elettorali e le loro carte d’identità o patenti, a votare. E c’è di più. A fare la fila in silenzio. E c’è di più. A recarsi al Comune se il loro seggio non era quello giusto. E c’è di più. I rappresentanti di lista,educati silenziosi, ad ascoltare senza batter ciglio la lettura delle schede. Tanto!! Della serie: “E cche voi discute?”. E ‘ una città che ama la politica. Le elezioni. I Giornali. La fiera di S’Antonio. Il mare. E’ stata, in questo caso, una città che ha capito l’importanza del voto. Di coloro che hanno lottato per questo diritto. E’ una città che ha capito che anche la scheda bianca o con qualche parola non garbata, (perdita di tempo a mio avviso) , andava fatta. E’ una città che ha deciso dopo aver ascoltato i big in televisione o dal vivo, che era giusto, perdere o vivere dieci minuti in una cabina elettorale per ringraziare coloro che hanno lottato per questo! Il pensiero più intenso di questo articolo è rivolto agli anziani, a coloro che non possono vivere una vita come gli altri per un problema di salute o che devono appoggiarsi a un bastone. Per l’esempio, che hanno dato. Grazie!