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Il terrore dell’Isis è l’argomento di cui si parla tanto in città. Per Lars Svendsen, filosofo norvegese, “L'indesiderata e insensata cultura odierna della paura sta indebolendo la nostra libertà”. Per Wittgenstein, “Il mondo di chi si sente al sicuro è un altro rispetto a quello di chi ha paura”.
Cosa avviene. I bambini chiedono fino a che età si è ricoverati al reparto di pediatria per sapere se quando arriverà questa forza criminale saranno in quel reparto o in quello degli adulti. I loro genitori condannano nel peggiore dei modi i terroristi che hanno compiuto le stragi di Parigi e hanno decapitato gli ostaggi dei paesi occidentali. Cosa si deve rispondere ai bambini e cosa agli adulti in questa fase storica. E quando si chiede ai giornalisti se è reale il pericolo se si decide di andare nelle città considerate bersaglio dell l’Isis? Forse in molti sono (o siamo) diventati razzisti e guardinghi verso gli stranieri che vivono vicino a noi. Pensiamo che l’Isis sia arrivato anche in questa città e si nasconda per organizzare altri attentati. La paura, il terrore gli interrogativi aiutano la nostra esistenza o la peggiorano? Non ci sono risposte, se non quella di sperare che i governi dell’Europa cambino politica.
E se è vero che come scrivono alcuni esperti in politica internazionale, che alcuni paesi occidentali finanziano il medio oriente, sarebbe bene che i capi dei governi possano, rimediare eliminando questa fetta di musulmani fanatici che hanno decretato questo stato d’allarme. E che i bambini non abbiano più paura. E che gli adulti insegnino loro che non è l’odio o il ritorno del fascismo che possa far terminare questa fase storica ma solo una ricetta mirata a eliminare questi soggetti dell’Isis che devono far rimanere le persone chiuse in casa o punire i luoghi di divertimento perché loro hanno un concetto punitivo verso i paesi dell’occidente.
E’ solo una questione politica che muove molti interessi e che fa morire molti innocenti in una guerra che è decisa a tavolino e che vede le prime pagine dei giornali degli ultimi giorni troppo piene di fotografie di centinaia di morti. E i bambini avere paura. E gli adulti diventare razzisti e arrabbiati verso tutti i musulmani.
Diceva Thomas Hobbes “L’unica passione della mia vita è stata la paura. Che poi uno lo ammetta è poco importante, il dato rimane: la paura è riuscita a colonizzare le nostre vite. E il problema in una situazione del genere non è tanto come viviamo ma perché abbiamo scelto di vivere così, da cosa dobbiamo essere protetti”. Il filosofo Svendsen, in un saggio indaga come la società della paura abbia contribuito alla perdita delle condizioni di possibilità dell’uomo. Per Heidegger “Nella paura si perdono dunque, di vista, le proprie possibilità”.