Calabria: In arrivo il digitale terrestre, ma evitare l'omologazione

Pubblicato in Luigi Michele Perri

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E’ in arrivo in Calabria il digitale terrestre. L’innovazione comporterà una vera e propria rivoluzione del settore delle comunicazioni radiotelevisive. Il passaggio dalla televisione analogica, quella attuale, alla televisione digitale è previsto tra maggio e giugno. Si tratta di un’epocale opportunità che richiede la massima applicazione per quelle realtà locali motivate da obiettivi di più vasta diffusione della propria cultura, attraverso il glocal, ossia attraverso la coniugazione global – local, destinata ad affermare, o meglio: a mantenere, la propria identità nel mondo globalizzato. Evitare l’omologazione, scongiurare i rischi di perdersi nell’anonimato; promuovere identità e attestare la propria presenza, assicurandole sopravvivenza e rendendola visibile in permanenza: è questa la missione delle generazioni contemporanee destinate a vivere questo grande sconvolgimento tecnologico. Di cui occorre comprendere le positività e cogliere le negatività per indirizzarne gli effetti soprattutto in un quadro di valorizzazione di ogni “comunità civica” nel sistema globale, di per sé portato ad annullarla.

La Calabria, con il legittimo vanto dei suoi retaggi culturali, non può restare inerte a fronte dei rischi e a fronte delle opportunità che il digitale terrestre offre. Le istituzioni devono adeguatamente attrezzarsi per garantire alla regione e alle sue “comunità civiche” il diritto all’esistenza e alla riconoscibilità. La sfida richiama la storia che verrà e che valuterà quanto essa sia entrata nella centralità dell’impegno pubblico. Della prospettiva si sta discutendo molto negli ultimi mesi, tuttavia l’interesse sembra più votato ad una applicazione pratica della nuova tecnologia che non agli infiniti contenuti e alle innumerevoli possibilità di produzione che il digitale offre. O meglio: si discute un po’ di infrastrutture, molto di installazione e di decoder, poco o nulla di filiera lungo il percorso dato dal network provider, dal content provider e dal service provider.

La Calabria corre il rischio di avere il contenitore e di non avere cosa metterci dentro. Il calabrese Corrado Alvaro, che fu antesignano dei processi di modernizzazione della informazione attraverso l’uso della radio e che fu – non tutti lo ricordano – il primo direttore del Giornale radio nazionale della Rai, se ne scandalizzerebbe. Ma il semplice buonsenso troverebbe motivi di contestazione per i ritardi che questa regione sta accumulando, specie sul versante della produzione dei contenuti. L’auspicio finale è che il mondo istituzionale e quello culturale si mobilitino, insieme, per dare un progetto alla nuova tecnologia e per offrire a questa terra l’occasione storica di presentarsi più direttamente al mondo con la propria identità e con il proprio patrimonio culturale, risorse che le permettono di esporsi sulla scena planetaria con la forza della sua capacità di attrazione.

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