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Calabria Protostorica, terra d’incontro - scontro fra etnie diverse
Scritto da Lametino 3 Pubblicato in Francesco Vescio© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gli studiosi, pur non sempre concordando sulla sua durata nelle diverse aree geografiche, indicano col termine Protostoria il periodo della Preistoria comprendente l’età del bronzo e del ferro; mentre la Preistoria vera e propria comprenderebbe il Paleolitico, il Neolitico e l’Eneolitico o Cuprolitico, in altri termini l’Età del rame. Le conoscenze riguardanti la Protostoria della Penisola Italiana e della Calabria, per le sue peculiarità, sono il risultato di studi e ricerche che riguardano discipline di studio diverse come: Storia, Glottologia, Archeologia, etc, ognuna delle quali dà apporti specifici per ricostruire le modalità delle condizioni di vita dei vari gruppi etnici che abitavano nella Penisola. Gli studi linguistici hanno documentato la presenza di un lessico appartenente alle antiche popolazioni mediterranee ad esempio: pero, lauro, fico, pruno, rosa, vino, vischio e così via, mentre altri termini sono di origine indoeuropea come: acqua, bue, capra, fabbro, fava, luce, monte, orso, ombelico, onda, re, ect. Il lessico dà prova di fenomeni storici verificatisi nel territorio attraverso lo studio del linguaggio usato dai diversi popoli nel tempo. I ritrovamenti archeologici sono un’importante testimonianza del modo di vivere dei diversi gruppi etnici, i differenti tipi di utensili usati e i materiali con cui sono stati costruiti permettono di cogliere l’evoluzione tecnica, ma consentono pure di fare confronti con reperti ritrovati in luoghi, a volte, molto distanti tra di loro… Le ricerche e gli studi più attendibili sono arrivati alla conclusione che nell’Italia antica l’arrivo di popolazione aria sia avvenuta in due ondate successive e gradualmente prese il sopravvento su quelle mediterranee, che già abitavano nella penisola italiana, anche se alcune di queste, come quella dei Liguri, resistettero fino all’epoca storica; la prima ondata si sarebbe verificata intorno alla metà del III millennio a.C.
I Latini e i Siculi sarebbero due gruppi che attesterebbero l’evento di cui sopra, molto probabilmente sarebbero giunti attraversando i valichi delle Alpi centrali; i Siculi poi si sarebbero spostati verso la parte meridionale della Penisola o per conquistare nuovi territori o perché sospinti da altre popolazioni che scendevano dal nord; essi avrebbero dimorato per un periodo nella parte meridionale dell’attuale Calabria per passare successivamente in Sicilia, respingendo verso occidente gli antichi abitanti, di stirpe mediterranea, come i Sicani e gli Elimi. A questa prima ondata d’immigrazione di popolazioni arie sarebbero appartenuti anche i Morgeti e gli Itali, i quali abitavano nei territori dell’odierna Calabria. Questi gruppi conoscevano l’uso del rame e provvedevano alla sepoltura dei defunti ricorrendo all’inumazione. La seconda ondata di popolazioni arie penetrata nella Penisola intorno alla seconda metà del II millennio a.C. è costituita da quei gruppi che in età storica furono nominati Umbri, Sabelli, Oschi, o con un termine che li comprende tutti Italici, da distinguere dagli Itali menzionati prima. Questi gruppi etnici praticavano l’uso dell’incinerazione delle salme; sono stati ritrovati parecchi sepolcreti, che provano tale tipo di rito funebre. La loro presenza corrisponde all’incirca al periodo dell’età del bronzo. Nell’attuale Calabria un gruppo etnico molto importante fu quello degli Enotri, che abitavano anche in Lucania ed appartenevano alla stessa stirpe degli Ausoni, antica popolazione che era giunta in Italia nella prima ondata d’immigrati arii, di cui si è parlato sopra. Gli Enotri erano stati abbastanza potenti da impedire la penetrazione degli Iapigi, una popolazione di origine indoeuropea, proveniente dall’Illliria, attuale Albania, che avevano occupato la Puglia odierna. Questi gruppi etnici conoscevano l’uso del ferro, che nel nostro Paese fu utilizzato intorno al IX secolo a.C. In Calabria vi sono numerosi e interessanti siti archeologici, dove sono stati ritrovati utensili risalenti all’età del rame, del bronzo e del ferro, fra questi se ne menzionano solo alcuni: Torre Mordillo, Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza, Tiriolo, Nocera in provincia di Catanzaro, Tropea (Località Torre Galli) in provincia di Vibo Valentia. L’uso dei metalli iniziò in Medio Oriente e in Asia Minore, si diffuse successivamente in Europa e, quindi, in Italia ed ampiamente nella nostra regione; tale fenomeno fu dovuto sia a rapporti di natura commerciale sia all’emigrazione di vari gruppi etnici. Nel periodo protostorico la Calabria fu parte integrante di tali circuiti per decine di secoli.