Questa è la mia terra. Dove altro dovrei andare?

Scritto da  Pubblicato in Francesco Bevilacqua

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 La vecchina è seduta su una sedia sbrindellata, nel prato davanti alla baracca degli attrezzi e a quella delle pecore, che belano inquiete. La troupe televisiva saggia le inquadrature e istruisce il conduttore. Fuori campo, il conduttore incalza: "Signora, come sta? Come vivete qui? Dov'è suo marito? Ma cosa fate qui? E la sera, la sera ... come trascorrete la sera? Qual è il posto più lontano dove è andata? Vi divertite? E come vi divertite?" La vecchina risponde cortese, ma svogliata. Non capisce il senso di quella sequenza di domande a raffica. Si dimostra schiva, timida, non "televisiva". Invece, in cuor suo vorrebbe rispondere: "Ma guarda che io sto qui da settant'anni. Dove dovrei andare? Qui c'ho mio marito, i figli, le capre, i conigli, le galline, i campi. C'ho i miei morti. E la sera sono stanca, sto un po' accanto al focolare e poi vado a letto. Al mattino mi alzo presto: ho gli animali da accudire. Seguo mio marito nei campi, nonostante quest'anca tormentata dall'artrosi, che mi rende storta. Ma, vedi, sorrido ugualmente. Non mi butto in un letto con una badante al fianco. Ho ancora troppo da fare. Questa è la mia vita, la mia terra, la mia casa ... dove vuoi che vada?" Mi ricorda Cicca, una ragazza bellissima protagonista del romanzo "La Teda" di Saverio Strati, che risponde con le stesse parole ad un muratore forestiero che vorrebbe portarla via, nel paese sulla costa. Mi ricorda i tanti che mi dicono: "ma come fai a vivere in Calabria? Non ti manca questo, quello ...? Non ti senti isolato?". Vorrei rispondere così. "Senti caro, oggi era previsto temporale. Son partito dalla mia casa. Ho attraversato uliveti, querceti, frutteti. Son passato dal villaggio di quella vecchina, con gli orti aulenti, i campi arati di fresco. I ciliegi e i peschi erano in fiore. Ho visto la cascata. Mi sono inerpicato per sentieri sino al villaggio di Pietra e poi su sino a Monte Faggio. Si è alzato il vento, freddo, teso. Ho sentito il respiro della Terra. Ho visto gli ontani, i castagni, i faggi, i pini. E poi ho guardato con stupore ai nuvoloni che si addensavano nel cielo. Sono passato dalle fattorie degli uomini. E ora sono di nuovo qui, a casa. E il temporale è arrivato, con tuoni, lampi, raffiche furenti. E mi ha risparmiato. Ecco, questa è la mia terra, dove altro dovrei andare?"

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