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New York e Cerchiara di Calabria: la differenza c’è e si vede
Scritto da Lametino 5 Pubblicato in Francesco Bevilacqua© RIPRODUZIONE RISERVATA
"New York [...]: la vita è triste, tra quei grattacieli, con tutte quelle straordinarie comodità, e gli ascensori, le porte scorrevoli, la metropolitana, e sempre case e palazzi e strade, e mai un po' di terra. Viene la malinconia. La domenica mattina si saliva in treno, ma bisognava fare dei chilometri per trovare la campagna!" Scrive così Carlo Levi in "Cristo si è fermato ad Eboli" nel 1945. Cerchiara di Calabria: la vita è trepida e lenta, tra quelle case raggrumate, gemelle di pietre e coppi. Con gli odori che esalano dai vicoli stretti, i portoncini di legno, le finestrelle, i camini. Circondate di rupi, montagne, gole fluviali, orti aulenti. Ieri, 1° ottobre 2016, trenta passi a piedi. E dalla Piazza della fontana vecchia siamo già sul colle delle antiche porcilaie abbandonate. Oltre le gole del Caldanello. In vista del paese e delle rovine del castello. Cento anime in cammino sull'Annanza, il sentiero restaurato dal CAI, clinica dei risvegli di Cerchiara. Non conosciamo confini tra cultura e natura, tra abitato e campagna, tra l'umanità e i mille altri abitatori del creato, tra anima e corpo, tra metafisica e fisica. In terra non ci sono cicche, gomme americane, lattine. Solo pietre, erba, fiori, terra. E i cumuli ancora fumanti della preziosa cacca di asini e cavalli che ci hanno preceduti, al mattino presto, verso i pascoli madidi di rugiada di Pedarreto, di Serra del Gufo, di Sant'Andrea. Lunga fila colorata, ansimante, gioiosa. Scortata segretamente dagli spiriti degli antichi eremiti che qui vissero mille anni fa. Il Santuario incastonato nella roccia del Monte Sellaro ci sovrasta. Santa Maria dell'Armi. Mi inginocchio nell'antica chiesa e rendo grazie. E poi giù lungo la via dei pellegrini. Una rupe ci lancia un richiamo silenzioso. E da lì ci appare il paese, poco più chiaro della montagna, acciambellato come un animale addormentato. Chiede i nostri sguardi, vuole il nostro amore. Vuole essere chiamato, parlato, raccontato. Tolstoi: "Se vuoi essere universale parla del tuo villaggio." Siamo a Cerchiara non a New York. Siamo i nuovi contadini, pastori, legnaioli, carbonai, mercanti, pellegrini. Ancora Levi: "La civiltà contadina sarà sempre vinta, ma non si lascerà mai schiacciare del tutto. Si conserverà sotto i veli della pazienza, per esplodere di tratto in tratto". La civiltà di Cerchiara è esplosa. Contadini, monaci e briganti sono tornati.