Campagna internazionale per l’adozione di una capra

Scritto da  Pubblicato in Francesco Bevilacqua

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francesco_bevilacqua_.jpgAl grido di “più capre meno computer” – slogan del mio amico Raffaele Arcuri che vive in un bel paesino di montagna che si chiama Carlopoli – il Meridione rurale, contadino e pastorale si risveglia per far rivivere, in chiave nuova, quella “civiltà contadina” sulla quale hanno scritto uomini di lettere del calibro di Carlo Levi, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Berto e in tempi più vicini, tra gli altri, Franco Cassano, Mario Alcaro e Franco Arminio (inventore, tra l’altro, della “paesologia”). Ma che emerge in tutta la sua forza anche dagli splendidi, romanzi di Mimmo Gangemi “La signora di Ellis Island” e di Carmine Abate “La collina del vento”. Perché proprio la capra? Perché è l’animale simbolo del Sud, come intuirono lo stesso Levi e persino Cesare Pavese, quando fu confinato politico a Brancaleone sotto il fascismo. E poi perché è un animale. Che bruca l’erba. Che fa piccole palline nere di cacca tanto care agli scarabei stercorari. Che inonda di fertile pipì il suolo.

Che fa beee ….  Che scampanella e quello scampanellio risveglia la nostra memoria ancestrale. Che si lascia docilmente “sacrificare” e mangiare. Che fa l’amore all’aria aperta, sull’erba in una bella posizione senza aver mai letto il Kamasutra. Che fa sprizzare il latte dalle sue mammelle sensualmente munte dalla mano del pastore (come nel documentario "In Calabria di Vittorio De Seta o nel film "Le quattro volte" di ... Frammartino. Ecco, se ogni famiglia del Sud adottasse una capra, i nostri figli crescerebbero senza l’illusione che la realtà sia fatta solo di cemento, asfalto, rombi di motori, centri commerciali, televisioni, giochi digitali, telefonini, calcio, moda, e che la “natura” sia solo quella, “virtuale” delle trasmissioni di Piero Angela e figlio. I nostri figli imparerebbero precocemente che la cacca è una cosa utilissima e calpestarla non fa schifo; che mosche, zanzare, scarabei, ed insetti hanno una ragione e una funzione per stare sulla Terra e non sono solo brutti, fastidiosi e inutili; che oltre all’asfalto esiste anche un tappeto d’erba naturale sulla quale camminare; che il sesso non si pratica di nascosto e con ipocrisia; che il latte non lo fa Parmalat ma una mucca o una capra; che l’odore caprigno non fa vomitare (del resto il pastore non vomita) ed è invece un profumo che Dolce&Gabbana potrebbero depotenziare e mischiare con qualche altro aroma per farne un prodotto di tendenza; che l’orizzonte dei condomini e delle strade non è il solo che sia dato osservare e che il sole, talvolta sorge e cala dietro i monti o il mare; che il calore della casa non viene dal radiatore ma da tutto quello che l’uomo ruba alla Terra; che “sacrificarsi” per un ideale non è una cosa da fessi ma un atto di generosità.

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