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La Federalberghi Calabria nei giorni scorsi ha affidato ad un gruppo di avvocati, lo studio legale D'Ottavio di Reggio Calabria, il compito di intraprendere ogni utile azione giudiziaria nei confronti dell'Anas, al fine di tutelare tutte quelle aziende che stanno subendo danni - in termini di contrazione del fatturato - dalla chiusura di un tratto dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, a causa del crollo del viadotto Italia. Lo ha reso noto, con un comunicato del suo ufficio stampa, la stessa Federalberghi tramite una dettagliata nota.
Dal 2 marzo scorso (giorno del crollo della campata e purtroppo della morte di un operaio di nazionalità rumena) è chiuso il tratto dell’A3 tra Laino Borgo e Mormanno con deviazioni sulla viabilità locale e conseguenti code e rallentamenti. Attualmente sono in corso i lavori di messa in sicurezza di un pilone che era stato danneggiato nel crollo, ma per la riapertura del tratto autostradale saranno necessarie ancora alcune settimane.
"Si tratta – si legge nel comunicato - di un'iniziativa annunciata nelle passate settimane da Vittorio Caminiti, presidente dell'associazione che raggruppa gli albergatori calabresi, e che oggi prende corpo in maniera concreta. La decisione, proposta da Caminiti, è stata già approvata dal direttivo di Federalberghi nel corso di una riunione che si è svolta nei giorni scorsi proprio per discutere delle gravi ripercussioni prodotte sull'economia turistica dal blocco della circolazione in ingresso nella regione. A poter scendere in campo, a fianco di Caminiti, non saranno solo gli operatori turistici in senso stretto, ma tutti coloro che in qualche modo stanno facendo i conti con una riduzione significativa del proprio fatturato".
E’ evidente che l’organizzazione di Caminiti ha intuito che la stagione estiva iniziata da un paio di settimane non promette nulla di buono e la percezione, in effetti, è proprio questa, soprattutto nella zona tirrenica. Forse un po’ meglio va sul litorale ionico ma è presto per parlare. Alle questioni infrastrutturali si aggiungono però le motivazioni per così dire ambientali: il mare sul Tirreno continua ad essere sporco e qui i danni bisognerà chiederli a comuni e, e non si sa quando finirà!