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La mozione su Trenitalia (presentata da Flora Sculco) approvata dal Consiglio Regionale qualche settimana fa sull'esclusione della Calabria da parte di Trenitalia dal piano di assunzioni nazionale, pone l’accento su una questione centrale per la Calabria, al pari della sanita’ e del lavoro. Siamo, cioe’, a livello di terzo mondo.Parliamo solo di sanita’ come emergenza unica della nostra terra, e facciamo male.
Negli ultimi anni la Calabria sul trasporto pubblico è stata, infatti, impoverita e Trenitalia se ne infischia. Continua nella politica del ridimensionamento, tagliando corse, tratte, chiudendo stazioni e facendo quasi scomparire la Calabria dall’Italia. Basti vedere la situazione delle zone interne o la costa jonica, dove prendere un treno è un’odissea, arrivare in orario un miraggio, sperare in un convoglio pulito o con un sistema di climatizzazione è impossibile come andare su Marte. La Calabria ha, infatti, il primato di una tratta (Rapporto Pendolaria 2014 di Legambiente) tra le peggiori linea ferroviaria d’Italia: la Catanzaro lido – Lamezia Terme. ‘’Si discuta pure dell’area baricentrica della Calabria, ma se da Catanzaro la strada ferrata per Lamezia è come se non ci fosse, di che parliamo?”, si e’ giustamente chiesto il consigliere regionale Graziano.
Poi c’e’ il trasporto pubblico locale, il vero buco nero delle risorse pubbliche di questa regione. Una voragine superiore perfino a quella della sanità. In Calabria sulle aziende private di trasporto pubblico locale su gomma si riversa buona parte dei finanziamenti pubblici. Qualche cifra: 300 milioni di euro (per gestori di servizi su gomma e ferrovieri), deliberati dalla Giunta regionale nel 2013 (piano di ristrutturazione del debito) e oltre 208 milioni di euro di fondi FAS deliberati qualche settimana prima delle regionali del 23 novembre 2014. Con questi investimenti dovremmo avere un servizio di mobilità locale efficientissimo, ma la realtà è diversa: collegamenti ferroviari quasi inesistenti da una parte e, dall’altra, scarsissimi e disordinati collegamenti su gomma.
Senza una adeguata mobilita’ non c’e’ sviluppo ma non c’e’ nemmeno civilta’ e noi siamo a questo punto dello stato dell’arte. Cioe’, come detto, da terzo mondo. Attendiamo, dunque, che i docenti di Arcavacata e Reggio Calabria, chiamati da Oliverio per il nuovo Piano regionale dei Trasporti (che manca, detto per inciso, da 40 anni), diano un’accelerata vera a questo vero e proprio disastro.