Patti per lo sviluppo, è davvero l’ultimo treno

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

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 Il CIPE ha approvato in agosto i Patti per lo Sviluppo siglati con le Regioni e le Città Metropolitane. Oltre 13 miliardi di risorse del Fondo Sviluppo e Coesione sono state indirizzate al potenziamento infrastrutturale, alle opere ambientali, allo sviluppo economico. Una buona notizia, alla quale si aggiunge l'annuncio di un prossimo, ulteriore riparto di circa 15 miliardi di euro.

Si ripete, con qualche variazione, la maxi-manovra che caratterizzò il ciclo di programmazione 2007-2013, con la quale - sommando fondi comunitari e nazionali - si indirizzarono al Sud e alle aree in ritardo di sviluppo circa 100 miliardi di euro.

  In Calabria un recente studio di Confindustria parla di "economia smarrita", tranne l'agricoltura che non arretra. Il Patto per lo Sviluppo siglato tra Renzi e Oliverio non contiene un capitolo dedicato allo sviluppo economico; tema che, probabilmente, si ritiene assorbito dai Programmi Operativi Nazionale e Regionale. Forse il Patto avrebbe potuto rappresentare l'occasione per lanciare una serie di "operazioni integrate", entro le quali far convergere le componenti dell'istruzione e della ricerca, delle infrastrutture materiali e immateriali, dell'industria e dei servizi.  Un esempio su tutti: l'attrezzatura della zona di Germaneto dove sussistono una serie di precondizioni favorevoli al salto di qualità, dalla ferrovia metropolitana di imminente costruzione, all'Università e ai Centri di Ricerca che cominciano ad affermarsi su materie come la dieta mediterranea, fino alle risorse naturali della fascia costiera e all'agricoltura di qualità della fascia interna. Analogamente, sull'area cosentina (dalla Sila fino alla città) e in quella reggina dove è sempre d’attualità l'area vasta del porto Gioia Tauro.

Abbiamo, dunque, il dovere di provarci e di insistere. Se non altro perché questo è veramente l'ultimo treno, l'ultima occasione per venir fuori dalla periferia d'Europa. 

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