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Noi possediamo un patrimonio unico, che è quello espresso da tutto il percorso della Magna Grecia. Un patrimonio in cui è concentrata una grande potenzialità che, se adeguatamente valorizzato, può essere fattore di crescita e di sviluppo, un grande attrattore, un punto di forza per la Calabria proprio per la sua unicità e la sua preziosità. Scorre nelle vene di Giordano Bruno e Tommaso Campanella – ha ricordato pochi giorni fa Massimo Cacciari – l’antico sangue dei pitagorici di Magna Grecia! Da noi – nel nostro piccolo - se ne e’ avuta, per ultimo, conferma con le inaugurazioni di Sibari, alcune settimane fa, ma gli stessi dati di affluenza al Museo di Reggio lo avevano da tempo segnalato. Per difendere e valorizzare questo patrimonio dobbiamo, però, farlo diventare innanzitutto patrimonio delle comunità locali. Solo in questo modo è possibile attivare tutte le sinergie che sono necessarie, attraverso, solo per fare un esempio, il coinvolgimento delle scuole perché questo significa fare una operazione di consapevolezza della forza che ha la Calabria e delle sue risorse ; una operazione anche di orgoglio di appartenenza a questa terra.
Le risorse destinate dal PON cultura alla Calabria saranno destinate proprio sul percorso della Magna Grecia, che ci parla da Sibari a Locri passando per Crotone della nostra identità, fuori dalla trita retorica alla quale spesso siamo costretti ad assistere da decenni. Come se quel fiume, all’origine della scelta dei coloni Achei di stanziarsi in quei luoghi, e che poi nel corso dei secoli più volte ha condizionato nel bene e nel male l’esistenza dei loro discendenti, avesse voluto trovare complicità nell’incuria dell’uomo per beffarsi, ancora una volta, di chi ha visto nella Piana di Sibari una buona (e doverosa) occasione per recuperare soprattutto la cultura calabrese, forte dei propri valori identitari. Lo stesso si può dire per tutto il comprensorio di Crotone, se si decide una buona volte per tutte quella comunità a riprendersi dal torpore e dire basta ai tanti vigliacchi e deturpatori delle bellezze di Crotone, Cirò e Capo Colonna. Magari senza aspettare la magistratura! Lo stesso si può dire di Kaulon e Locri, se quelle comunità locali dichiarano guerra agli abusivi, a chi lascia che il mare si mangi tutto, a chi non vuole che quei siti diventino il motore di sviluppo di un’area sottosviluppata. Lo stesso vale, insomma, per tutti i luoghi della Magna Grecia. Ma la Storia, adesso, può cambiare e continuare.