Il Fai in Calabria, come nascondere le buone notizie

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

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filippo_veltri.jpgLa Riserva dei Giganti della Sila è stata, dunque, concessa quasi un mese fa in comodato gratuito per venti anni al FAI - che ha maturato un’ampia e positiva esperienza nel recupero e nella gestione di beni di grande rilevanza storica, architettonica, paesaggistica e ambientale - che ne garantirà la regolare apertura giornaliera al pubblico da maggio a ottobre, con itinerari storici e paesaggistici per lo sviluppo e la conoscenza del territorio, con visite guidate a tema naturalistico per far scoprire la flora e la fauna tipiche della foresta silana. Si tratta di una grande e bella novità in e per la Calabria, di cui ovviamente si e’ discusso poco o niente da noi ma molto in sede nazionale, se si pensa che nel giornale del Fai nazionale di giugno, luglio e agosto il servizio d’apertura e’ dedicato proprio a quello che viene definito da Marco Magnifico, vicepresidente esecutivo del Fai, ‘’lo spettacolo dei pini giganti’’. Sono i misteri della Calabria: una cosa buona dura lo spazio di pochi secondi e poi viene subito cancellata, ignorata, nascosta. Occorre invece tornarci per far capire cosa e’ davvero successo alcune settimane fa in Sila, vicino Camigliatello Silano, per la precisione nel villaggio di Croce di Magara.

Istituita dal Ministero dell’Ambiente con un decreto del luglio 1987, la Riserva di Fallistro è un bosco di circa 5,44 ettari dall’aspetto e dall’atmosfera fiabeschi, che si estende lungo un leggero pendio ad un’altitudine di quasi 1.500 metri, all’interno del Parco Nazionale della Sila. Qui svettano pini larici ultracentenari di dimensioni maestose, i cui tronchi hanno spesso oltre 45 metri di altezza per due metri e più di diametro alla base e formano un vero e proprio colonnato naturale, alberi monumentali ormai estremamente rari in Europa. Ogni albero secolare è stato catalogato dal Corpo Forestale dello Stato e le sue caratteristiche sono evidenziate in specifiche tabelle in prossimità di ciascun esemplare e, nell’areale circostante, oltre al pino laricio sono presenti anche meli selvatici, faggi, castagni, pioppi tremuli e aceri montani, di cui sette, situati ai margini della Riserva, sono centenari. Di fatto la Riserva di Fallistro è una rara eredità dell'antica foresta silana, che in gran parte fu presente fino agli inizi del Novecento ma che in realtà era già stata ridotta di molto con l’Unità d’Italia, quando venne sacrificata per rifornire di legname pregiato il nuovo Regno, e che poi subì un altro duro colpo nell’immediato secondo dopoguerra, quando una gran quantità di legname costituì pegno da pagare agli alleati britannici e americani per aver liberato il Paese.

Il Casino Mollo è una massiccia e austera costruzione rettangolare tipica di questo paesaggio d’altipiano: circa 600 mq su due piani, costruito in pietra granitica nel Seicento dalla nobile famiglia dei baroni Mollo, le cui origini risalgono al XIII secolo. Un tempo fulcro di un piccolo villaggio e di una azienda latifondistica efficiente e diversificata - dove si coltivavano grano e foraggio, si pascolavano buoi e pecore sulle vie della transumanza e si producevano legname, pece estratta dai tronchi e poi seta - il Casino, dopo lo smembramento della proprietà dovuto alla Riforma agraria degli anni ’50, è stato per oltre mezzo secolo dimora. Quando sdi cose positive in Calabria duriamo, insomma, lo spazio di un mattino: cosi’ non si può andare avanti e così anche quelle (poche) cose positive svaniscono nel nulla. Flebili stelle lucenti in un firmamento oscuro: cerchiamo di rovesciare l’ottica. Ma cerchiamo di mettercela tutti per davvero!

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