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Era ovvio e scontato che anche quest’agosto riprendesse il refrain sul turismo malato e dimenticato in Calabria, cosi’ come accade da molti anni – troppi – a questa parte. Del resto la realtà è sotto gli occhi di tutti e purtroppo continua ad essere sempre la stessa…Il quadro è sconfortante e anzi solleciterebbe a non scriverne affatto.Il perche’ non sia stato possibile incidere e modificare questo desolante quadro e’ dato dall’accoppiata micidiale pubblico-privato, che ha finito per asservire tutto al mordi e fuggi cui assistiamo oggi impotenti.
Non uno straccio di disegno unitario, non un punto di raccordo, non uno straccio di rete. Solo improvvisazione, pressapochismo, disorganizzazione, ladrocini in piena regola che si ripetono puntualmente ogni anno in ristoranti, alberghi, etc etc. Viene perciò da ridere e da piangere assieme quando si invocano gli esempi virtuosi della Romagna, del Trentino, della Puglia o della stessa Sicilia: li’ hanno capito da decenni - o più recentemente (non importa) - che per far fruttare le risorse naturali o artistiche (e da noi quante ce ne sono!) non si può lasciare il gioco all’individualismo rampante di quei muratori-contadini che vogliono fare soldi su quelle ricchezze in 30 giorni di stagione, depredando turisti e viaggiatori, ambiente e risorse, e poi buona notte al secchio!