Scopelliti tra il cavaliere e il 40% di Scilipoti

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di Battista Notarianni

Nel suo tonitruante proclama sull'abolizione dell'IMU e sulla restituzione in contanti di quanto è stato pagato per questa tassa sulla casa, il cavaliere nelle insolite vesti di scandalizzato moralizzatore ha anche parlato della Calabria (e della Campania) a proposito di costi di siringhe e dei tempi di pagamento dei fornitori da parte delle regioni: 870 giorni in Calabria, oltre 700 in Campania a fronte dei 320 della Lombardia. Due regioni, Calabria e Campania, detto per inciso governate da due esponenti del PDL, Scopelliti e Caldoro. Sarà forse per questo motivo che il cav.B. ha ordinato la candidatura di Scilipoti. L'uomo che metterà le cose a posto (come Wolf di Pulp Fiction) l'altro giorno si è presentato ai calabresi promettendo di donare il 40% dei suoi emolumenti di parlamentare alla Calabria, aprendo due uffici di segreteria a Reggio Calabria e minacciando di venire almeno due volte la settimana in questa terra, approfittando della sua ospitalità e remissività. Ma Scilipoti è una figura pittoresca e le sue restano dichiarazioni appunto pittoresche (l'elemosina del 40% e le due segreterie per dare posti di lavoro), che non offendono ma fanno scuotere la testa: ci tocca leggere anche queste cose. Ben più pesanti invece i riferimenti del cav. B., che denunciano una cosa vera (una volta tanto): i costi della sanità calabrese e i ritardi biblici per i pagamenti dei fornitori. Due mali che vengono da lontano, ma che l'attuale presidente della giunta calabrese, Scopelliti detto il governatore, nulla ha fatto per porvi rimedio. A questo punto Scopelliti cosa dovrebbe fare se non dimettersi perché sfiduciato proprio dal suo principale referente politico (eufemismo) che, tra l'altro, ne ha escluso la candidatura alle politiche? Dovrebbe forse comportarsi diversamente il presidente di giunta di una regione meridionale quando il suo partito è alleato alla Lega, il cui programma elettorale s'intitola "Prima il Nord"? Ma dimissioni è una parola impegnativa, presuppone anche valori come morale, etica, correttezza, sensibilità, conoscenza del bene comune. Non scherziamo.

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