Lamezia, inaugurata la mostra "Sincronie fra segno e colore" di Maurizio Carnevali

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Lamezia Terme - Inaugurata presso il complesso monumentale San Domenico a Lamezia, la mostra personale "Sincronie fra segno e colore" dell'artista, Maurizio Carnevali. Il pittore lametino, noto anche come scultore, espone una serie di opere nel solco del suo stile conosciuto e apprezzato ormai da decenni, che contempla la raffigurazione di figure mitologiche e non solo, attraverso l'astrattismo e la contaminazione tra figurativo ed espressionismo. Uno stile unico al quale l'artista, dichiara al Lametino, non riesce a rinunciare. “Per me è una forma di ingordigia, così come faccio nella scultura e nelle incisioni, nella pittura non riesco a rinunciare alla parte informale perché mi pare di rintracciare in quella parte più la materia, la condizione in embrione. E poi in quella, attraverso l'indagine, riuscire a recuperare la figura umana".

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Sincronie fra segno e colore. Perché questo titolo?

"E' un po' la sintesi del percorso che ho fatto fino ad oggi che non vuole essere comunque un bilancio. Però sento di dover affrontare in modo critico quello che ho fatto e che mi ha aiutato a mantenermi su una linea. Questa mostra avrei voluto dedicarla tutta al bianco e nero perché è una ricerca che sto facendo da più di un paio di anni, solo che avrei creato una mostra con un forte distacco rispetto all'ultima che ho fatto qualche anno fa".

Nelle tue opere c'è sempre comunque un messaggio. Qui ci sono tanti soggetti e direi tanti temi che sono un po' lo specchio dei nostri tempi.

"Sì. Mi piace sempre tenere in considerazione la realtà del territorio, a chi mi rivolgo. E siccome la mia presenza a Lamezia è ormai cinquantennale mi sono confrontato sistematicamente col territorio ed è chiaro che ora improvvisamente non mi andava di metterla da parte. Quindi ho fatto questa mostra che è mista dal punto di vista tecnico. Dal punto di vista tematico, oggi c'è questo magma, questa condizione di estrema confusione, una condizione caotica e dove a volte l'uomo riesce a riemergere, ad apparire. A volte in una situazione perfino epica ed eroica. Altre volte sconfitto come purtroppo questi tempi ci suggeriscono. E allora, tutto questo mi spinge con una po' di amarezza ad indagare nella mitologia dove l'uomo difficilmente è meschino. Può essere tiranno, può essere eroe, però non è vile come quest'epoca in cui viviamo".

A. C.

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