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Scrivere ogni giorno, ogni settimana o mese o perfino inizio anno tutta la pianificazione è un modo odiato e amato come appuntamento con la vita. La puoi chiamare agenda o il da farsi per i semplicisti, chiamala se vuoi programmazione o pianificazione su carta o PC per i più stressati. Angoscia quotidiana per i più annoiati, essenza della giornata per i puntigliosi. Per chi ha deciso di optare una esistenza su un isola sarà arabo o sanscrito. Ma abbiamo sempre e da sempre organizzato tutto. Da chi frequentare, per gli studi da seguire, la carriera da percorrere ma c'è chi ha permesso alla vita e al buon Dio di affidarsi e confidare in Lui. C'è chi riesce a programmare tutto e a portare a termine i propositi. Altri che neanche per un giorno ci sono riusciti e quando è accaduto hanno esclamato: Un miracolo! Rileggi la riflessione di prima in confidavano in Lui. E entrambi le specie se non riescono a portare a termine l obbiettivo si frustrano. Possiamo definire catene questi impegni che ci legano le mani e i piedi. E abbiamo organizzato la vita calendarizzando gli anni e i mesi per non cadere nel tunnel dei probabili problemi e delle difficoltà psicologiche. Forse in parte ma anche no perché non abbiamo deciso se questo automatismo ci rende liberi o se rappresenta una luce sempre accesa che ci porta a non pensare e solo a seguire le regole di un dovere che non conosce altre alternative. È una condizione sempre attiva che però fa sparire l essenza delle cose. Magari siamo preventivamente influenzati da come abbiamo vissuto e deciso fino a quel momento.
Sempre e solo con questa luce come se fosse un motore (non di ricerca) ma la bussola della vita. Però poi ci ritroviamo rinchiusi nel nostro mondo pianificato e organizzato nei minimi dettagli. Ma così abbiamo smarrito e dimenticato l esperienza del vivere. Dopo tutto ci ritroviamo molto stanchi. Ma perché dovrebbe essere funzionante questo modus vivendi che porta una specie di malessere emotivo e psicologico. La vita è quello che ogni giorno affrontiamo, è quello che ci succede. Un esempio è stato il momento pandemico e chi ha ragionato in questi termini programmati ne è uscito peggio, i pianificatori compulsivi ossessivi. Da sempre è l'affrontare gli eventi che ci capitano il vero segreto della felicità perché dipende da noi e non da un meccanismo acquisito. Non ci rende felici pianificare l esistenza perché comunque dobbiamo decidere. Altrimenti la luce sempre accesa renderà uguale ogni giorno e noi saremo spettatori della vita degli altri. Siamo in fondo qualcosa in più di quello che suggeriscono i nostri pensieri su un agenda. E per fortuna non siamo preconcetti di come dovrebbero essere le dinamiche della vita. A fasi alterne, sarebbe preferibile spegnere questa luce tanto il buio senza il lupo non incute paura. Siamo noi il buio.