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Scienza, superstizione, Dio e i papaveri rossi
Scritto da Lametino7 Pubblicato in Francesco Bevilacqua© RIPRODUZIONE RISERVATA
La vera nemica della buona scienza non è la superstizione ma la cattiva scienza, quella che è guidata dall’orgoglio, dal profitto e dall’idea che l’uomo sia superiore a qualunque altra forma di vita. La cattiva scienza non tollera che, nel suo nome e col suo metodo (è reale solo ciò che è misurabile, calcolabile, esperibile), si possano sostenere tesi e raggiungere risultati che abiurino orgoglio, profitto e complesso di superiorità. La superstizione (etimologicamente “sopra-stare”) è solo un vedere oltre la realtà ridotta della mentalità scientista. Ma chi può provare che qualunque superstizione sia, invece, una “falsa convinzione”, come si crede oggi? E dunque perfino la religione, il sacro, Dio stesso - proprio in quanto non dimostrabili con il metodo scientifico - sarebbero "superstizione"? Quella che chiamano, spregiativamente, superstizione – e che però quasi tutti praticano, più o meno scaramanticamente – è solo un capro espiatorio per chi vuol nascondere la vera nemica della buona scienza. Dinanzi a un prato di splendenti papaveri rossi ci sarà sempre chi vede una fragile, delicata comunità di viventi dotata d’anima e d’intelligenza; e chi, invece, vede solo una massa biologica da schiacciare con il trattore o, ben che vada, da inventariare in un laboratorio di botanica.