L’Enciclica “Fratelli tutti”: la ‘Politica’ di Papa Francesco e la Filosofia della Complessità

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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 In “Fratelli tutti” Papa Francesco fa la sua analisi economica e politica sul presente emergenziale pandemico: “la fragilità dei sistemi mondiali di fronte alla pandemia ha evidenziato che non tutto si risolve con la libertà di mercato e che, oltre a riabilitare la politica sana non sottomessa al dettato della finanza, dobbiamo rimettere al centro la dignità umana …”. Evidenzia i limiti del liberismo sfrenato, del finanzcapitalismo (economia che investe solo denaro per produrre più denaro) e la necessità della buona politica. Il Pontefice è molto netto nel prendere posizione dichiarando apertamente il ruolo politico degli ecclesiastici nella società contemporanea: “E’ vero che i ministri religiosi non devono far politica partitica, però nemmeno possono rinunciare alla dimensione politica dell’esistenza [in nota fa riferimento ad Aristotele: l’essere umano è un animale politico] che implica una costante attenzione al bene comune”. In altri punti (177, 178, 179) le sue riflessioni diventano articolate e riprendono alcuni passaggi della Laudato si’: “Mi permetto di ribadire che la politica non deve sottomettersi al paradigma efficientista della tecnocrazia. Benché si debba respingere il cattivo uso del potere, la corruzione, la mancanza di rispetto delle leggi e l’inefficienza, non si può giustificare un’economia senza politica, che sarebbe incapace di propiziare un’altra logica in grado di governare i vari aspetti della vita attuale”. Una volta messi in atto gli anticorpi, la politica sana deve diventare progettuale: “…abbiamo bisogno di una politica che pensi ad una visione ampia, e che porti avanti un nuovo approccio integrale [cioè che connetta ambiente, dimensione umana e sociale], includendo in un dialogo interdisciplinare i diversi aspetti della crisi, (…) pensando al bene comune a lungo termine per l’umanità presente e futura (…) nel dialogo tra i saperi e le operatività. Pensare a quelli che verranno non serve ai fini elettorali, (…) la Terra è un prestito che ogni generazione riceve e deve trasmettere alla generazione successiva”. Sull’ approccio integrale e sul dialogo interdisciplinare ricordo i seminari del 2006 e del 2007 nella Scuola di Alta Formazione Francesco Fiorentino di Lamezia Terme, rispettivamente La Filosofia e gli altri saperi; Economia Etica Ecologia.

Sto scrivendo il pezzo in piena crisi di governo nel nostro Paese. Inopportuna, a mio avviso, essendo l’Italia e il resto del mondo in piena emergenza sanitaria ed economica. Incomprensibile alle famiglie italiane con problemi quotidiani che solo la politica del fare dovrebbe risolvere; invece predominano in tanti le passerelle mediatiche e l’autoreferenzialità; in una situazione del genere potrebbe aumentare la disaffezione al voto dell’elettorato se si andasse ad elezioni anticipate. Sembra che il disagio sociale conti poco per alcuni politici: andirivieni al Quirinale, liturgie stancanti, slogan a colpi di tweet, contrasti pretestuosi. L’Enciclica pubblicata nell’ottobre dell’anno scorso dà consigli alla contingenza istituzionale dell’oggi: “L’unità è superiore al conflitto. (…) Non significa puntare al sincretismo [fusione di dottrine, ideologie, posizioni diverse], né all’assorbimento di uno nell’altro, ma alla risoluzione su di un piano superiore che conserva in sé le preziose potenzialità delle polarità in contrasto”.

 Da Bergoglio, nel momento di crisi della partecipazione democratica, un invito a rivalutare la politica che è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune. (...) Questa carità politica presuppone di aver maturato un senso sociale che supera ogni mentalità individualistica: La carità sociale ci fa amare il bene comune e fa cercare effettivamente il bene di tutte le persone, considerate non solo individualmente, ma anche nella dimensione sociale che li unisce [nota 171 Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 207]”. Tutto questo per dare vita a processi sociali di fraternità. (…) Riconoscere un essere umano come un fratello o una sorella. (…) A partire dall’ amore sociale (…) si può costruire un mondo nuovo. E Papa Francesco vola alto alla ricerca della Migliore Politica, così come al punto 154 del capitolo quinto dell’Enciclica: “Per rendere possibile lo sviluppo della comunità mondiale (…) è necessaria la migliore politica posta al servizio del vero bene comune. (…) Dio ha dato la Terra a tutto il genere umano, perché essa sostenti tutti i suoi membri, senza escludere né privilegiare nessuno (…) la società mondiale non è il risultato della somma dei vari Paesi, ma piuttosto è la comunione stessa che esiste tra essi, è la reciproca inclusione”. E riporta parole quanto mai significative dell’Enciclica Centesimus annus di San Giovanni Paolo II: “Dio ha dato la Terra a tutto il genere umano, perché essa sostenti tutti i suoi membri, senza escludere né privilegiare nessuno”. Pure Edgar Morin, sociologo e filosofo della Complessità, su Papa Bergoglio si esprime in questi termini: “Francesco è profondo e lucido nel suo pensiero. Indica il cammino della costruzione della casa comune, che io chiamo Terra-Patria”.

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