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Ievoli, Pietre quadarelle: il cammino dei doni e dei sorrisi
Scritto da Lametino 5 Pubblicato in Francesco Bevilacqua© RIPRODUZIONE RISERVATA
Quando viene la pioggia siamo già al riparo nella castagnara di case serre. dono perfetto, la sua ampia tettoia dalle travi incurvate. la nebbia ci avvolge. Fruscio d’acqua sulle foglie. siamo partiti da ievoli, penetrando nella giungla smagliante e caotica della montagna. orti, pascoli, coltivi, tutto è inghiottito da un intrico d’alberi, arbusti, erbe. giovedì sono venuto qui a ripulire il sentiero. “Da solo?” Mi aveva chiesto, preoccupato, una persona del luogo, come se mi stessi addentrando in una foresta perigliosa. il nostro serpentone colorato passa per le case abbandonate di carbonara e poi guada la Fiumeralla, con la cascata Capriele in magra. tutt’intorno, come in una foresta andina, i segni di civiltà scomparse: rupi costellate di coppelle preistoriche, muri a secco, rovine, orti: altri doni, della memoria. Sono con me gli amici di Conflenti trekking e del ‘Festival delle erranze e della filoxenia’. Li sento esclamare stupiti. li vedo osservare emozionati. Un anonimo contadino ha ornato il suo orto di oggetti di vita quotidiana. dal terreno emerge una vecchia bicicletta. reliquie di un mondo perduto. E che oggi proviamo a far rivivere. A Polidonte, nonostante il cielo plumbeo, un vecchio pastore esce con il gregge e senza ombrello: ho la certezza che oggi non è giorno di diluvi! quell’ottuagenario si chiama Natale Rotella, immortalato dall’etnomusicologo Alan Lomax negli anni ‘50 nelle sue registrazioni (Rotella costruisce e suona zampogne) poi raccolte in un libro-cd dal titolo “l’anno più bello della mia vita”. Mentre sostiamo sotto la tettoia della Castagnara, qualcuno è tentato di tornare. Come d’incanto il cielo schiarisce. a case serre c’è paolo ad accoglierci.
È il giovane milanese che ha deciso di trasferirsi qui, per fare il contadino ed il “rianimatore” di luoghi. ci presenta la dolce asinella margherita ed i suoi tre cani, avidi di coccole: altro dono inatteso. procediamo ora fra rigogliosi castagneti da frutto. un sentiero segnato da misteriose pietre erette ci conduce sino a passo Condrò. Ad attenderci c’è l’ennesimo dono della giornata: Michele con il suo gregge di capre nicastresi e la muta di cani pastore. Concerto di voci, campanacci, passi, belati, ragli, abbai. Su, ancora fra i castagni, sino alla grande radura circolare di pietre delle quadarelle inondata dal sole. piccolo tetto del mondo da cui si domina l’antica conca lacustre di Decollatura. Ancora un dono. Girovaghiamo emozionati fra le rupi anche qui segnate da incisioni circolari (quadarelle = piccoli recipienti). sembriamo matti in fuga dal loro manicomio, come in “qualcuno volò sul nido del cuculo”, il film di Milos Forman. Non c’è solo il sole a scaldare i cuori, ma anche il dono dei sorrisi. e la felicità, in fondo, è anche questo: godere del sorriso sul volto di un amico.