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Non ci ascoltiamo tra noi. Parliamo da soli o scriviamo. Se possiamo dialoghiamo con lo psicologo e i più fortunati con il sacerdote, quando trovi qualcuno che ti ascolta (dei preti). I legami sociali sono allentati e prevale l’individualità (Durkheim) con il rischio di una regressione (già in atto) e del disgregamento della comunità. Quindi ci buttiamo a capofitto nella tecnologia, perché sempre più spesso capita di incontrare persone che fissano il vuoto e non ascoltano o fanno fatica a capire. Forse perché di fronte c’è una persona e non una tastiera. Però essendo disabituati agli umani come interlocutori come accadeva all’ homo sapiens, la violenza è aumentata. L’aggressività è fuori controllo. E a guardare indietro si ha l’impressione che la storia non sia fatta di lotte per la libertà, (come sosteneva Benedetto Croce), ma da una serie di violenze. E l’informazione, ci fa notare un netto aumento di violenze. E la respiriamo anche in modo passivo. Potrebbe essere considerata innocua perché non prevede ferite ma, (c’è sempre un ma intacca la psiche), alimenta emozioni negative e sofferenza. Accade per una risposta sferzante o per un blocco di un numero che interrompe bruscamente una comunicazione.
Per Nietzsche l’uomo è un animale non ancora stabilmente determinato, la cui evoluzione è ancora lontana. Inoltre, oggi se e quando mancano le regole, prevalgono i peggiori lati dell’essere, in cui chi viveva la comunità in modo pacifico si trasforma in un competitor. Aggiungi il dato che non accettiamo di poter essere contraddetti. In sostanza, nella nuova solitudine, gli individui regrediscono allo stato di natura e quando capita che considerano ostile, una situazione da cui devono difendersi dagli altri. E succede che o devono dominarli con la forza, o con la personalità, i gesti e le azioni. E poi diventano aggressivi non riuscendo a reagire. Anche perché l’aggressivo-passivo ha una resistenza estrema, e una forte opposizione. È una involuzione considerato il dato che ormai siamo un po’ tutti passivi aggressivi. Sembriamo dei monadi, regrediti allo stato di natura.