Calabria spagnola: monarchia- feudi- città demaniali

Scritto da  Pubblicato in Francesco Vescio

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francesco_vescio-ok_75462.jpgIl Regno di Napoli fu sotto il dominio spagnolo per poco più di due secoli: dagli inizi del Cinquecento ai primi anni del Settecento; la Calabria era parte integrante di tale entità statuale, governata da un viceré scelto e revocato, a seconda delle circostanze,  dal Re di Spagna,  e ne condivideva le vicissitudini dinastiche, politiche, militari ed economiche;  tuttavia alcuni aspetti rilevanti della vita amministrativa della regione avevano, nel periodo storico sopra indicato, una loro particolare peculiarità e su di essi ci si soffermerà nel presente scritto. La maggior parte del territorio della regione era costituita da feudi, per lo più baronie, che subirono nel tempo delle continue trasformazioni sia nel senso del passaggio da una famiglia nobiliare ad un’altra, sia nel senso dell’accorpamento di più feudi, in qualche caso nemmeno contigui, sotto uno stesso feudatario, o della divisione di un feudo in feudi più piccoli. Si potrebbe parlare di mobilità feudale nella regione. Un altro fenomeno storico peculiare di quel periodo fu l’alternarsi per alcune località del passaggio dal regime feudale a quello demaniale e viceversa; tali transazioni da un regime all’altro quasi sempre provocavano delle tensioni sociali di notevole rilevanza principalmente per le singole comunità; ma in qualche caso un particolare cambiamento aveva degli echi fino a Napoli e, addirittura, a Madrid.  Al fine di precisare gli aspetti più rilevanti dell’evoluzione dei rapporti tra monarchia spagnola e feudalità calabrese si riporta il brano seguente: “ La storia feudale della Calabria tra Quattrocento e Cinquecento è strettamente connessa con quella del regno di Napoli di cui essa fa parte e la frammentazione è la diretta conseguenza dei fenomeni sociali, politici ed economici  che coinvolgono l’intero Stato. Infatti, se il panorama feudale, ancora abbastanza compatto nel primo Quattrocento si complica nel Cinquecento, con la frammentazione dei grandi possedimenti, ciò è da ricondursi a motivi politici ed economici. Da un lato la quasi totale assenza di infrastrutture e la conformazione geomorfologica rendevano particolarmente ardui i collegamenti ed i trasporti da e per la Capitale, dall’altro la Calabria era una fonte pressoché inesauribile di derrate agricole,  di legname e, soprattutto, di manodopera. Così i feudi calabresi potevano ben costituire un premio che il Sovrano benevolmente elargiva ai suoi sostenitori o sottraeva ai suoi oppositori. La stessa distanza dalla Capitale rendeva difficili i controlli sull’operato dei feudatari, che così si ritrovavano ad essere padroni assoluti nei propri feudi, secondo un sistema che in Calabria proseguì fino ai tempi relativamente recenti: si trattava, insomma, di veri Stati nello Stato […] Finite le lotte per la successione [ Si fa riferimento al conflitto per la successione sul trono tra aragonesi di Napoli e di Spagna, che vide prevalere questi ultimi, N.d.R.] Napoli non era più un Regno, ma un Viceregno, con un potere centrale distante , che delegava ad altri la cura dello Stato. L’operato dei Viceré era spesso fortemente criticabile, perché motivato, salvo alcune eccezioni, più da un interesse personale che da un interesse per lo Stato. Allo stesso modo, i feudatari erano spesso lontani dai propri feudi, delegandone, a loro volta, il controllo ai propri  amministratori. I feudi rappresentavano non un patrimonio da gestire ma una proprietà da sfruttare e da cui ricavare il massimo rendimento, anche a discapito della qualità della vita dei propri vassalli. Questo, unito a un tenore di vita sempre più dispendiosa, sia a causa delle spese di rappresentanza , sia per cooperare alle necessità finanziarie del Re, il quale mascherava con il nome di prestito i pesanti tributi che non sarebbero mai stati restituiti, portò al fallimento più di una nobile famiglia. Molti feudi o porzioni di feudo furono venduti all’asta per far fronte alle pressanti richieste dei creditori. Se nel Quattrocento ad una nobiltà locale se ne sostituì ben presto una di origine spagnola, nel Cinquecento la nobiltà era quella del denaro e i nomi ricorrenti quelli dei  banchieri o dei mercanti (particolarmente genovesi). Il fenomeno si fece maggiormente evidente nel XVII secolo…” ( Giuseppina Scamardì, La Calabria infeudata, in ‘ Storia della Calabria nel Rinascimento – Le Arti nella Storia’, Gangemi Editore, Roma – Reggio Cal., 2002, pp.71-72 ).  

La popolazione della Calabria dell’epoca oltre ai nobili e agli abitanti alle loro dipendenze dirette od indirette: personale di servizio, guardie armate, contadini, pastori, boscaioli e così via, era formata da altri gruppi sociali, per come esplicitato nel testo seguente: “Nello slancio economico del secolo fu notevole la fioritura di ceti e di elementi sociali del più vario ordine, che trovarono nella formazione, definizione e affermazione di patrizi cittadini una loro cifra di primaria importanza. In Calabria Cosenza, Amantea, Catanzaro, Crotone, Tropea, Taverna sono ricordate come città la cui nobiltà ha formato un Sedile chiuso, ossia un corpo patrizio organizzato e riconosciuto, al quale non si poteva più accedere se non con procedure eccezionali. Peraltro, anche dove il Sedile non era chiuso – e sono menzionate al riguardo Reggio, Seminara, Oppido, Terranova, Monteleone, Gerace, Stilo, Squillace, Montalto, Castrovillari, Paola e Rossano,- l’accesso era sempre soggetto a determinate procedure e a varie limitazioni. In conseguenza di sviluppi delineatisi già nella seconda metà del secolo XV, la distinzione tra la nobiltà e gli altri ceti della società locale era, comunque, generalmente diffusa, e in alcuni centri la nobiltà vantava << famiglie da poter correre al paragone con qualunque altra della provincia>> e aveva, quindi, un suo evidente rilievo sociale [...] Nello slancio dell’espansione economica del secolo XVI fu, comunque, notevole, oltre quella dei patrizi, anche la fioritura di ceti e di elementi sociali del più vario ordine, al cui livello la differenziazione e una maggiore articolazione sociale hanno spesso un rilievo addirittura superiore che non nel caso della nobiltà e dei patriziati locali. Ci riferiamo a quei ceti di artigiani, negozianti, commercianti, massari, piccoli e piccolissimi proprietari e coltivatori diretti, e anche professionisti ( il termine va preso cum grano salis [ Espressione in latino: << con un grano, un pizzico di sale; secondo il buon senso, con discernimento, N.d.R.] ) di vari rami (avvocati, notai, medici, etc.) affittuari e amministratori o addetti a beni ed entrate sia feudali ed ecclesiastiche sia comunali, o famiglie comunque viventi ai margini dei patrimoni feudali ed ecclesiastici o delle amministrazioni locali, o figure della burocrazia regia in tutti i suoi gradi, e simili altri elementi e gruppi, che non riescono ad approdare alla nobilitazione patrizia, ma che rivelano in generale una crescente personalità e presenza sociale e costituiscono una parte riconosciuta e riconoscibile e più o meno cospicua e attiva nella vita delle università [ Il termine va inteso nel significato del tempo: circoscrizione amministrativa locale corrispondente, grosso modo, agli odierni Comuni; alcuni di questi centri sono stati indicati precedentemente, N.d.R.] . Tutti questi ceti spesso interferiscono e si sovrappongono fra loro, rendendo, quindi, più complesso e segnando fortemente il paesaggio sociale del tempo, occupandovi uno spazio tale che il prescinderne mutila gravemente il tessuto storico del quale si parla” ( Giuseppe Galasso, La Calabria Spagnola, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2012, pp. 58-63) . Da quanto sopra si può inferire che l’articolazione della vita politico-amministrativa della Calabria durante la dominazione spagnola fu prevalentemente nelle mani della monarchia e dei feudatari, ma pure i ceti popolari vi svolsero un ruolo rilevante, particolarmente quelli cittadini.

                                                                                                                                                                         

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