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Brani da "Spillover" di David Quammen: “Nei mercati di carne e virus della Cina”
Scritto da Lametino16 Pubblicato in Francesco Bevilacqua© RIPRODUZIONE RISERVATA
Proseguo nella pubblicazione di brani dal libro “Spillover” di David Quammen (2012) divenuto famoso perché aveva previsto l’attuale pandemia. In questo brano ci mostra come all’origine delle zoonosi vi siano quasi sempre i nostri assurdi comportamenti alimentari.
"Seguire la moda delle specialità selvatiche era considerato un modo per acquisire prestigio, prosperità e buona sorte. […] La moda alimentare, però, si diffuse facilmente perché era figlia di una tradizione di stravaganze culinarie, uso di cure naturali e di esotiche preparazioni afrodisiache come il pene di tigre. […] Aleksei [un cercatore di virus – n.d.r. -] mi accompagnò a visitare un mercato alimentare della città [Canton – n.d.r. -]. Un banco vendeva carne già smembrata e tagliata […]. Pesci gatto, granchi e anguille nuotavano lentamente in grosse vasche aperte. Le rane tori si accalcavano in grossi mucchi scuri. […] Non scorgevo nulla di strano. […] Questo era il dopo, la situazione che si era venuta a creare dopo che la Sars aveva messo la sordina alla cultura dello yewei [la moda di mangiare carne di disparati animali, uccelli, rettili selvatici – n.d.r. -]. Aleksei mi raccontò che […] le cose stavano ben altrimenti nel 2003 e anche nel 2006, quando si era accostato per la prima volta ai mercati della Cina meridionale. A Canton per esempio, nel mercato di Chatou, aveva visto cicogne, gabbiani, gru, cervi, alligatori, coccodrilli, cani procioni, scoiattoli volanti, vari tipi di serpenti, tartarughe e rane, oltre cani e gatti domestici. Tutti in vendita per la carne. […] In quegli anni si potevano comprare anche gatti leopardo, muntjak, donnole siberiane, tassi, ratti del bambù cinesi, lucertole, Leiolepis belliana, rospi, e tutta una lista di rettili, anfibi e mammiferi, fra cui due specie di pipistrelli frugivori. Un menù da Trimalcione. Ah, normalmente non mancavano gli uccelli: aironi guardabuoi, spatole, cormorani, gazze, un’ampia selezione di anatre e oche, fagiani, colombi, pivieri, gallinelle, ghiandaie, corvi di vario tipo … Un collega di Aleksei mi disse che per quanto riguardava uccelli e pipistrelli era valido un noto adagio: la gente della Cina meridionale mangia tutto quel che vola nel cielo tranne gli aeroplani. […] C’è ancora un sacco di gente in Cina convinta che mangiare la carne degli animali selvatici appena uccisi faccia bene ai polmoni o aumenti la potenza sessuale o chissà cos’altro. […] Facevo domante dirette e scontate: cosa non mangeresti mai, Aleksei? Ci sono specie off limits? I primati? Assaggeresti una scimmia? Senza esitazione mi disse di sì. […] “Non posso dirti di no a priori” mi disse. “O uno è carnivoro o non lo è. Il vero test sarebbe mettermi di fronte ad un piatto di carne umana.” (Quammen pp. 207/209).