Lamezia Terme – Appassionata di letteratura e scrittura, Eva Cuccaro, studentessa liceale di Lamezia, di 19 anni, racconta la sua prima silloge lirica dal titolo “Lune d’autunno”, edito Publisfera con prefazione di Francesco Polopoli. Innamorata della poesia, la giovane è autrice di diverse liriche e vari componimenti inediti. Nell’Aprile del 2024 ha partecipato al concorso letterario nazionale “La rosa nel bicchiere”, indetto in occasione del centenario dalla morte del celebre poeta lametino Franco Costabile, vincendo con “Calabria bella e dissoluta”.
Per Eva “nella poesia ci sia tutto ciò che abbiamo perso per strada. La poesia è l’essenziale necessità dell’anima, e in questo tempo spogliato dell’umano, del sentimentale, di quel criticismo che proliferava nelle epoche precedenti alla nostra e che è stato il concime di idee, ideologie, fatti e azioni, la trascuriamo inesorabilmente. Ci chiediamo mai perché la nostra sia una società flagellata dall’inettitudine, dal senso di inadeguatezza dilagante che opprime primi fra tutti noi giovani da una mediocrità che ogni giorno più prepotentemente prende le sembianze di un cancro irriducibile? Forse dovremmo proprio riappropriarci del bello e del sublime, del tragico e dell’indefinito che si condensa fra gli emistichi poetici, attingere dal pozzo di quell’anima che siamo ormai abituati a rinnegare, quasi fosse un motivo di vergogna, una fragilità da occultare: riscoprire la catarsi, la sensazione di pienezza e libertà che ne deriva…”.
La giovane studentessa e scrittrice, rivolgendosi anche ai suoi coetanei, racconta: “scrivere mi ha aiutato a dare un senso a delle dinamiche esistenziali che sentivo tanto mie, ma talvolta allo stesso tempo così irreali e distanti da me da non riuscire a comprenderle e ad accettarle pienamente: la delusione per un’amicizia o un amore finito, oppure l’immotivata euforia della rinascita che può succedere a tali esperienze; la noia o il senso di smarrimento che una ragazza della mia età facilmente sperimenta quando si trova di fronte alle difficoltà della vita quotidiana, quando il mondo ti sembra ostile e ti viene voglia di chiuderti nella tua stanza con le tue cuffiette e la persiana abbassata. Perché no, anche quel senso di estraneità e di inadeguatezza di cui parlavo, e che so non appartenere a me sola. La realtà individuale merita di essere contemplata e scandagliata nei suoi meccanismi più complessi e straordinari. Farla emergere in tutta la sua bellezza è appannaggio esclusivo della sensibilità poetica. Spero davvero che chi deciderà di prendere in mano questa silloge scoprirà magari di riconoscere sé stesso e la sua esperienza tra i suoi versi”. Questo l’auspicio di Eva nel presentare la sua “Lune d’autunno”.
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