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Può un romanzo, sia pure straordinario e narrativamente perfetto, dire qualcosa d’importante per una terra come la Calabria, affetta da numerose contraddizioni? Sì, lo può, in forza della sua carica poetica, perché niente è più adatto della vera poesia a farci capire con vigore di convinzione i punti nodali della Storia, questa volta con la iniziale maiuscola. E, infatti, solo un grande poeta come Manzoni poteva farci sentire, anzi farci urlare (anche il romanzo di Giovanni Martello d’intitola L’urlo atavico) contro oppressori di tutto un popolo come furono gli Spagnoli nell’Italia del Seicento.
E, nella Calabria del Novecento, anzi a partire dalla presunta Unità d’Italia in poi, una famiglia calabrese, quella dei Marlo, nel romanzo di Martello, ci fa leggere con le sue vicende tragiche, le storture di una terra benedetta dalla natura e maledetta dagli stessi uomini che la abitano. Come i rappresentanti delle cosche criminali e politiche e perché no, a volte anche Statali Può redimersi la Calabria da tutto ciò? Martello invita a resistere, a non tradire la propria terra abbandonandola, opponendosi con coraggio e decisione a tutto quanto e a tutti quanti non fanno altro che spingerci ad andarcene mille miglia lontano da qui. E io aggiungo che, nonostante tutto, nonostante quello che io di continuo denuncio dal mio blog, ci sono le possibilità, attualmente, perché la nostra terra vada verso un futuro migliore.