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Non sono intervenuto prima, mi scuso con chi mi segue sulla situazione del Comune di Lamezia, perché non ho voluto che le mie riflessioni potessero in bene o in male influenzare i gruppi consiliari che dovevano decidere se consentire o no la prosecuzione della giunta Speranza; ora tutto è deciso nel senso di una sua prosecuzione, manca qualche altro dettaglio ben sapendo che questa nuova maggioranza, ennesima, deve approvare Conto consecutivo, piano decennale e piano strutturale, oltre alla consueta routine amministrativa. Comunque, per noi lametini la resurrezione è vicina, dista alcune centinaia di giorni, stante il fatto che la consiliatura pare debba concludersi regolarmente. Ci potrebbero essere le lezioni regionali a novembre, ma non credo, e in questo caso il sindaco nostro potrebbe avvertire qualche prurito regionale.
Ma alla Regione hanno tanto ancora da fare e non ha senso una sua fine prematura. Le dimissioni di Scopelliti non significano che quanto sta sospeso in Regione debba essere buttato al vento; mica la Regione è un consiglio comunale qualsiasi: sono in ballo centinaia di posti di lavoro, bilanci, riforme già in itinere. Che si possa e si debba arrivare alla prevista conclusione non è perciò così allarmante. Rimane il fatto che Cinquestelle faccia bene a vigilare, perché questo è un nobile compito; negativamente Cinquestelle è eccellente, positivamente fa pena. E riveniamo alla nostra cara Lamezia, dove da tempo io, ovvero i cittadini lametini che intendono invertire la marcia su come e a chi dare il voto per le prossime amministrative, sto battagliando. Ho parlato di un Partito della gente, di un partito qualunque sia il nome, che metta tra i suoi obbiettivi in primis l’interesse collettivo e la città. Io sto a stretto contatto con quanti, e sono tantissimi, hanno intenzione di fare risorgere la morta Lamezia. Ascolto i loro pareri, sintetizzo i loro desideri e poi ne faccio un blog; attenzione allora che non sono io l’autore del blog ma la gente di Lamezia con la quale ho fatto un patto rigoroso per la rinascita della città; mi sono assunto anche l’onere di individuare la persona giusta che possa governare il cambiamento, ma devo essere sicuro al cento per cento, altrimenti tradisco la fiducia di chi crede in me. Su con il morale, non abbattiamoci, presto risorgeremo mentre consuma al Comune la solita pochade.