Vecchi e nuove nella compagine di governo

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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pino_gull.jpgNovità assoluta del nuovo Governo, specialmente per noi Calabresi, è senz’altro Lanzetta, sindaco antimafia di Monasterace, ministra per gli Affari regionali. Ancora con occhi increduli al Quirinale, accanto a Napolitano. Alfano non più vicepremier, in compenso è rimasto agli Interni, le riconferme di Lupi alle Infrastrutture e Lorenzin alla Sanità. Come nel governo Letta. Il ministro dell’Economia (dicastero tanto ricercato) Padoan risulta di notevole caratura: già professore di Economia alla Sapienza di Roma, vice segretario generale, capo economista dell’Ocse e presidente in pectore dell’Istat. In passato ha collaborato con i governi dei rottamati D’Alema e Amato. “Le giovani, giovani e giovani/con tutta una vita da vivere ancor” sono i versi (un po’ modificati) di una canzone di Pino Donaggio, terza classificata al festival di Sanremo del 1963, che dedichiamo alle ministre new entry. Boschi, avvocato, ministra delle Riforme, ha lavorato alla bozza Italicum. Alla Mogherini dell’Areadem di Franceschini, Affari esteri, al posto della Bonino.

Ci vuole un bel coraggio nel pieno della crisi di Kiev e con i marò ancora in India. Nuova generazione a tutti i costi e Renzi deciso nel voltar pagina. Pannella furibondo. Perplessa l’Europa. I migliori auguri alla ministra! Madia del comitato di redazione della rivista Italianieuropei di D’Alema e del comitato direttivo dell’Arel (Agenzia, ricerche e legislazione), fondata da Andreatta, ministro  nella prima e nella seconda Repubblica (cosiddetta), ideatore dell’Ulivo, alla Pubblica amministrazione e semplificazione. Tutt’e tre le ministre provengono dalla segreteria renziana. Come da tradizione Pd e Pci. Per esempio Speranza, capogruppo alla Camera era nella segreteria di Bersani. Possiamo azzardare rinnovamento del personale politico nella continuità della tradizione? E “giovane turco” bersaniano è Orlando (Pci, Pds, Ds, Pd, curriculum completo) passato dall’Ambiente alla Giustizia. Rimpasto e continuità, nonostante Renzi abbia detto che ne sia allergico. Si occupava di questo nella segreteria di Bersani. A Lamezia Terme l’abbiamo conosciuto due anni fa in occasione del Conferenza nazionale per il Mezzogiorno; ha coordinato, insieme alla senatrice Doris Lo Moro, i lavori del forum sulla legalità. Ancora dell’Areadem Pinotti (Pci, Pds, Ds, Pd), ministra della Difesa, già sottosegretaria. E all’Ambiente è andato Galletti in quota Udc, ex sottosegretario nell’esecutivo Letta. Martina, ministro delle Politiche sociali, già sottosegretario nell’esecutivo Letta. Giovanissimo (35 anni), ha bruciato le tappe. Segretario dei Ds bergamaschi, poi del Pd lombardo e anche consigliere regionale. Si dovrebbe occupare dell’Expo 2015. Lavoro e Politiche sociali a Poletti, segretario del Pci di Imola, ex assessore alle Attività produttive nelle stessa Città, presidente della Legacoop.

Altro che continuità, viene da lontano. E vediamo adesso il capo corrente di quest’area, Franceschini, ai Beni e alle attività culturali. Quanti cambiamenti (o posizionamenti?) nel suo curriculum! In gioventù democristiano, negli anni ’90 nel Partito popolare, aderisce all’Ulivo, tra i fondatori della Margherita. Segretario del Pd, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nei governi D’Alema e Amato. Dopo la partecipazione alle primarie del 2009 vinte da Bersani, costituisce l’Areadem. Diventa ministro per i Rapporti con il Parlamento con Letta premier. Oggi al posto dell’ex ministro Bray. Vecchio e nuovo nello stesso tempo. Di provenienza del tutto diversa dalla politica, Guidi, allo sviluppo economico, ex presidente dei giovani di Confindustria. Alcune testate avrebbero ipotizzato conflitto d’interesse. Così Annunziata nella trasmissione in ½ Ora. Giannini, ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca è la segretaria di Scelta civica. E’ stata rettore dell’Università per stranieri di Perugia. Chiudiamo con il fedelissimo renziano Delrio. Prima  nel Partito popolare italiano, poi nella Margherita e per ultimo nel Pd. Consigliere comunale, regionale e sindaco di Reggio Emilia; ministro per gli Affari regionali nel governo Letta, adesso sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. E’ stato immediatamente smentito per una sua dichiarazione sulla tassazione delle rendite finanziarie. Insomma, di tutto e di più. Ma con questo esecutivo bisogna governare: fare la legge elettorale, le riforme costituzionali e il resto indicato dalla scaletta Renzi. Appunto lavoro, fisco, burocrazia, giustizia. Non c’è tempo da perdere. Il malessere sociale, lo stato dell’economia in continua recessione richiedono la politica del fare. Speriamo bene.

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